- Nel giorno di Pasqua, dal Medio Oriente, giungono segnali di speranza per la liberazione
del caporale israeliano Gilad Shalit, rapito da miliziani palestinesi il 25 giugno
scorso. Lo Stato ebraico ha, infatti, ricevuto una lista di nomi di detenuti palestinesi
da liberare in cambio di Shalit. Si tratta di un passo avanti nelle trattative, dunque,
che sembra raccogliere l’invito a “spezzare il cerchio di altre violenze” lanciato
stamani dal patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, durante la liturgia eucaristica
pasquale, presieduta nella Basilica del Santo Sepolcro. Ci riferisce Graziano Motta:
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I cristiani di Gerusalemme vivono stamani la pienezza
della Pasqua per la forza della speranza che ci viene dalla Risurrezione, ha detto
il patriarca Sabbah nell’omelia della Messa solenne celebrata proprio dove questa
avvenne, davanti al sepolcro vuoto di Gesù. Attorno a lui, nella rotonda dell’Anastasi,
pellegrini venuti da ogni parte del mondo. La sua meditazione si è sviluppata sulla
gioia spirituale per la vittoria di Gesù sulle sue sofferenze e sulla morte. Il mistero
della sofferenza, ha affermato, è ancora la strada della vita; "il mistero del peccato
che apparve fin dall’inizio della storia umana con un fratricidio, continua finora
ovunque nel mondo e qui nella nostra terra…” Bene e male si aggrovigliano nella nostra
vita personale e nei rapporti tra i popoli. E tuttavia abbiamo ricevuto da Dio l’ordine
di essere perfetti e Santi, come Egli è, il che significa che "ci ha dato il potere
di adempiere quel che ci chiede”. Da qui l’esortazione del patriarca, con le parole
della prima lettera di san Pietro, a ubbidire alla verità, ad amarci tutti come fratelli,
a comportarci da uomini liberi “senza utilizzare la libertà come un velo”. Lo spirito
della Pasqua, ha aggiunto, invita tutti coloro che in questa terra della Risurrezione
e della libertà hanno la responsabilità della pace e della guerra a far cessare finalmente
un secolo di conflitto e di impotenza umana a superarlo, quarant’anni di occupazione
e di impotenza a rimuoverla. Ha rivolto poi un invito a ricorrere a nuovi criteri,
a una nuova visione che spezzi il cerchio di altre violenze. Un appello segnato dall’augurio
agli israeliani, agli ebrei, di celebrare una Pasqua di santità, di libertà e di pace,
e dall’augurio di libertà e di fine delle sofferenze al popolo palestinese, a cristiani
e musulmani . “La nostra festa di Pasqua - ha concluso - è una preghiera per tutti,
un rinnovamento del nostro amore per tutti”.
Per
la Radio Vaticana, Graziano Motta.
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- Ci spostiamo ora
in Asia, dove la Pasqua è stata anticipata dal fuso orario: particolarmente toccanti
le celebrazioni nelle isole Salomone, in Oceania, duramente colpite dallo tsunami
della settimana scorsa, mentre a Timor Est è risuonato l’appello ed evitare le violenze
lanciato dal presidente Xanana Gusmao, in vista delle elezioni presidenziali di domani.
Nuovi Battesimi si registrano invece in Cina, come riferisce Bernardo Cervellera:
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nelle diverse chiese ufficiali di Pechino; più di mille se si includono anche quelli
della chiesa non ufficiale, celebrati di nascosto. Fra i nuovi battezzati, vi sono
persone benestanti, professionisti, professori universitari, giovani studenti e poveri
migranti. Nel Paese dominato da decenni di materialismo comunista e poi dall’egoismo
consumista, la domanda religiosa è altissima. Non diminuisce però la persecuzione.
Due sacerdoti della diocesi di Wenzhou sono stati condannati a 9 e 11 mesi di prigione:
erano andati a Roma in pellegrinaggio, uscendo illegalmente dalla Cina. Molte comunità
sotterranee non hanno avuto le celebrazioni pasquali perché la polizia, in occasione
delle feste, ha aumentato il dispiego delle forze. Nuovi Battesimi sono stati celebrati
in Hong Kong, Mongolia, Giappone, India, Vietnam, Cambogia. Anche in Thailandia vi
sono nuovi cristiani, anzitutto fra le tribù dei monti, per i quali diventare cristiano
significa entrare in un mondo dove non si ha più paura degli spiriti cattivi, e dove
si riceve aiuto nell’educazione e nella sanità. Ma vi sono conversioni anche fra i
buddisti delle città, grazie soprattutto all’amicizia e all’amore quotidiano dei cristiani.
In Sri Lanka, le chiese del sud hanno inviato gli aiuti raccolti durante la Quaresima
ai 200 mila profughi del nord e nord est, sotto le violenze della guerra fra esercito
e Tigri Tamil, che cerca di dividere il Paese. In Corea, la Pasqua come vittoria della
Vita, è focalizzata contro la cultura di morte dell’aborto e la manipolazione degli
embrioni, con forti critiche al governo che finanzia laboratori per lo studio di cellule
staminali embrionali. In Indonesia, Iraq, Pakistan, pur nella tensione creata dal
terrorismo islamico, i fedeli non hanno rinunciato alle celebrazioni pasquali. Anche
qui vi sono Battesimi di adulti, ma spesso di nascosto per evitare le accuse di proselitismo
o di apostasia dall’Islam.
Per la Radio Vaticana,
Bernardo Cervellera. **********
- Anche oggi l'Afghanistan si conferma
un Paese "segnato da crescene inquietudine e instabilità", come ricordato da Benedetto
XVI: sarebbe, infatti, stato ucciso dai talebani Admjal Nashkbandi, l'interprete del
giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo. Lo ha detto il portavoce del capo militare
dei ribelli, il mullah Dadullah, intervistato dall'agenzia Reuters, spiegando che
l'esecuzione di Nashkbandi è avvenuta per il riufiuto del governo afgano di effettuare
uno scambio con i combattenti detenuti. La vittima era stata rapita il 5 marzo scorso
nella provincia di Helmand, nell'Afghanistan meridionale, insieme a Mastrogiacomo.
-
E il terrorismo non concede tregua neppure in Iraq, neanche nella domenica di Pasqua:
almeno 17 i morti e 20 i feriti nell’esplosione di un’autobomba a Mahmudiya, cittadina
sciita a sud di Baghdad. Intanto, è stata fissata per il 3 e 4 maggio prossimi la
conferenza internazionale per la sicurezza e la stabilizzazione del Paese. L’incontro
si terrà a Sharm el Sheik, in Egitto, e vedrà la partecipazione, tra gli altri, di
Siria, Iran, Stati Uniti e Italia.
- È stata invece rinviata la conferenza
di riconciliazione per la Somalia, programmata per il 16 aprile. Lo ha reso noto il
ministro degli Esteri somalo, Ismail Hurre, ribadendo che comunque le Corti islamiche
non siederanno al tavolo delle trattative. L’Africa continua, dunque, ad essere un
continente martoriato. Ma nel giorno di Pasqua, si vedono anche semi di speranza.
Ce ne parla Giulio Albanese:
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Mary è una ragazza della
baraccopoli di Kybera, a Nairobi: all’età di 8 anni inizia a battere le strade della
città chiedendo l’elemosina, con gli altri “street children”, i bambini di strada.
Poi, d’accordo con la mamma alcolizzata, inizia a prostituirsi per guadagnare qualcosa
in più. Ha appena 12 anni. Per lei la scuola costa troppo e dunque rimane un sogno
nel cassetto. Racconta che sua madre aveva una mano ruvida con cui la schiaffeggiava,
se la figlia non trovava clienti e un’altra liscia con cui l’accarezzava se invece
faceva il suo dovere. Il giorno in cui quella povera madre muore di AIDS, il giorno
di Pasqua del 2000, Mary gliele bacia tutte e due, tra un bagno di lacrime. Oggi Mary
ha 20 anni, un figlio senza padre e gestisce un piccolo chiosco di frutta e verdura
alla periferia della capitale kenyana. Per lei, la Pasqua è la festa della Risurrezione
di Cristo e coincide con la Messa in suffragio di sua madre. Il suo parroco è riuscito
a strapparla di strada: sì, oggi Mary non fa più la prostituta. “Dobbiamo ammettere
– racconta padre John – che questa ‘sindrome di Caino’, patologia che seppellisce
un bambino al battere di ogni secondo, 60 ogni minuto, 3.600 ogni ora, 86.400 ogni
24 ore, rende imbarazzante guardare le lancette dell’orologio. Questa civiltà che
riduce i bimbi al rango di mendicanti nelle periferie, è la stessa che distrugge i
raccolti, ignora il buco nell’ozono, abbatte il bestiame, spreca di milioni di ettolitri
di latte. Eppure, ipernutriti o affamati, ricchi o poveri, occidentali o africani,
appartengono tutti alla stessa famiglia: misteriosamente umana e divina, che vuole
‘passare le acque del Mar Rosso’”. Per Mary, questa è Pasqua.
Per
la Radio Vaticana, Giulio Albanese.
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- Andiamo ora in America
Latina, dove nella Domenica della Risurrezione è tradizione portare in corteo l’immagine
di Maria addolorata e quella del Cristo Risorto. Il servizio di Luis Badilla:
********** “Domingo
de gloria” più che Pasqua: infatti, nella quasi totalità delle nazioni latinoamericane
si preferisce usare la prima espressione per indicare la massima solennità dell’anno
liturgico e con ciò si desidera esaltare la condizione nuova e la gloria del Cristo
Risorto, nonché le energie divine che scaturiscono dalla sua vittoria sul peccato
e sulla morte. E la pietà popolare, seguendo l’affermazione liturgica, secondo cui
Dio ha riempito di gioia la Vergine nella Risurrezione del Figlio, associa il Figlio
alla Madre nell’ora del dolore e della morte ma anche nell’ora del gaudio e della
Risurrezione. In molti luoghi della regione, la mattina di Pasqua, due cortei, l’uno
recante l’immagine della Madre addolorata, l’altro quella del Cristo risorto, s’incontrano
per significare che la Vergine fu la prima e piena partecipe del mistero della Risurrezione
del Figlio. E come accade da diversi secoli, anche oggi, sarà così dal Rio Grande
alla Patagonia. I popoli latinoamericani, alla gioia per il Cristo risorto che dona
la vita nuova associano Maria Vergine, affidando alla sua intercessione le speranze
per il futuro, in particolare, la famiglia, la realtà sociale più insediata non solo
dai venti tempestosi del laicismo e del relativismo morale ma anche dalle grandi iniquità
sociali nonostante la ricchezza complessiva sia in crescita. Risuona così, da un confine
all’altro, un’accorata invocazione in difesa della vita umana poiché, come ha ricordato
il cardinale Julio Terrazas, arcivescovo di Santa Cruz in Bolivia, “senza la Pasqua
non ci sono soluzioni per i problemi dell’umanità”.
Luis
Badilla, Radio Vaticana. **********
- Ci spostiamo in Europa,
precisamente in Spagna, da dove arrivano segnali di distensione tra il governo e l’Eta.
In un’intervista rilasciata al giornale locale ‘Gara’, i separatisti si dicono pronti
ad una tregua definitiva se cesserà l’offensiva spagnola contro la regione basca e
se il partito militante di Batasuna, ritenuto fuori legge, potrà partecipare alle
prossime elezioni locali.
- Infine, in Italia, a Roma: oggi migliaia di persone
hanno aderito alla Marcia contro la pena di morte organizzata, tra gli altri, dalla
Comunità di Sant’Egidio, da Nessuno Tocchi Caino e dal Campidoglio. Insieme al presidente
del Consiglio, Romano Prodi, hanno sfilato anche molti ministri. L’iniziativa vuole
sostenere il governo italiano per la presentazione di una risoluzione per una moratoria
della pena di morte presso l’assemblea generale dell’ONU. Partito dal Piazza del Campidoglio,
il corteo ha raggiunto Piazza San Pietro dove ha assistito alla Benedizione ‘Urbi
e Orbi’ del Papa. (A cura di Isabella Piro)