In marcia attraverso Roma contro la pena di morte. Domani, domenica di Pasqua, dalle
9.30 un corteo promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, da Nessuno Tocchi Caino, dal
Partito Radicale e dal Comune capitolino, si snoderà dal Campidoglio fino a Piazza
San Pietro, dove arriverà per la bendeizione del Papa Urbi et Orbi. Una iniziativa
organizzata a sostegno dell’impegno del governo italiano per la presentazione urgente
di una risoluzione, per una moratoria generale delle sentenze e delle esecuzioni capitali
presso l’Assemblea generale dell’ONU a New York. Moltissime le adesioni arrivate agli
organizzatori: esponenti della politica, del governo, enti locali e le massime cariche
dello Stato, dal premier Romano Prodi al presidente Giorgio Napolitano, che ha inviato
un messaggio di sostegno alla manifestazione. Francesca Sabatinelli ha intervistato
Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio
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R. – E’ un sostegno al governo e all’iniziativa italiana. Certo, è anche
una sollecitazione all’Italia, ai Paesi europei, perché si prendano delle iniziative
decisive necessarie in ambito internazionale per creare un fronte che non sia solo
italiano ed europeo, ma che coinvolga molti Paesi del sud del mondo e, quindi, si
possano avere davvero i numeri politici e reali per vincere in sede di Assemblea generale
delle Nazioni Unite e far approvare per la prima volta una risoluzione che chieda
una moratoria universale delle esecuzioni e delle sentenze capitali.
D.
– Marazziti, i numeri ci sono perché alle Nazioni Unite si possa ottenere un successo?
R. – I numeri ci sono. Negli ultimi dieci anni,
più di 20 Paesi hanno cambiato fronte e sono diventati, abolizionisti di fatto o abolizionisti
per legge. Più della metà dei Paesi del mondo non usa più la pena capitale o l’ha
abolita definitivamente. Bisogna ricordare, però, che nel ’99 l’iniziativa dell’Unione
Europea fu fermata da uno schieramento contrario. Singapore guidò un’alleanza di Paesi
del sud del mondo, dicendo ‘no’ alle ingerenze neocolonialiste dell’Europa in questioni
interne. Si toccò un punto molto sensibile, dove anche Paesi che hanno abolito la
pena di morte, non volevano che i Paesi più forti imponessero il loro punto su altre
questioni. Allora, bisogna avere uno schieramento politico più vasto dei numeri che
si hanno sul terreno della pena di morte, per avere la certezza. Per questo c’è bisogno
di una iniziativa diplomatica italiana ed europea, capace di creare consenso negli
ambienti che la volta scorsa lavoravano contro.
D.
– Marazziti, la marcia partirà dal Campidoglio e arriverà sino a Piazza San Pietro.
Raccoglierete tante persone in questa vostra marcia, perchè avete raccolto tante e
tante adesioni…
R. – Io credo che ci sia una sensibilità
cambiata. Si sente che questa è una frontiera per una civiltà più rispettosa di una
cultura della vita. E’ anche un modo di interpretare questi 50 anni dell’Europa, come
portatrice di una democrazia attenta ai diritti umani, di una democrazia umanistica.
Allora, io penso che tanti romani o tanti di coloro che vengono a Roma per il giorno
di Pasqua - sicuramente la piazza che sarà ad ascoltare la Benedizione Urbi et Orbi
del Papa - saranno molto in sintonia con questa sensibilità.