Allarme ONU sul clima: drammatiche conseguenze dell'effetto serra su ambiente e
salute
L’innalzamento della temperatura media globale di 2-2,5 gradi rispetto al presente
“potrà causare un forte aumento degli impatti”, con spostamenti geografici di specie,
perdite totali di biodiversità, riduzione della produttività agricola e delle risorse
idriche, e drammatiche conseguenze per la salute: è quanto emerge dal Rapporto 2007
sui cambiamenti climatici, varato stamani a Bruxelles dal Panel intergovernativo sul
cambiamento climatico (IPCC), che riunisce esperti dell’ONU e dell’Organizzazione
meteorologica mondiale (WMO). La presentazione del documento di 1.400 pagine, stilato
da 2.500 scienziati in sei anni, era stata rinviata di qualche ora per il veto posto
dai delegati di Stati Uniti, Cina e Arabia Saudita, che hanno definito il testo “troppo
duro”. Il Rapporto punta il dito contro il surriscaldamento globale causato dalle
attività umane degli ultimi decenni, che avrà conseguenze “negative” su tutte le regioni
del mondo. “Le proiezioni climatiche relative agli impatti sulla salute - spiegano
gli scienziati - prevedono uno scenario drammatico in particolare per le popolazioni
dei Paesi in via di sviluppo”. Il documento parla di “aumento della malnutrizione
e dei rischi di malattie infettive e respiratorie, aumento di mortalità a causa di
eventi più estremi come onde di calore, alluvioni, tempeste e siccità e aumento della
frequenza delle malattie cardio-respiratorie a causa dell’aumento delle concentrazioni
di ozono troposferico a livello superficiale”. Gli impatti dei cambiamenti climatici
– dicono gli esperti dell’IPCC – “sono già in atto a livello globale e regionale e
saranno più forti nel futuro”. Le aree colpite da siccità aumenteranno in estensione,
con gravi conseguenze sull’agricoltura, specie nelle basse latitudini. Aumenteranno
poi gli eventi di più intensa precipitazione, come anche i rischi di alluvioni. In
Africa, in particolare, entro il 2020 milioni di persone saranno esposte a un forte
aumento di "water stress". Inoltre, con un aumento della temperatura media globale
di 1,5-2,5 gradi, si avrà un maggiore rischio di estinzione per circa il 20-30% delle
specie vegetali ed animali. In Australia e Nuova Zelanda, in particolare, le proiezioni
climatiche stimano una forte perdita di biodiversità entro il 2020. Tra gli ecosistemi
più colpiti: la tundra, le foreste boreali, le mangrovie, le barriere coralline, le
aree costiere e i sistemi mediterranei. Da Bruxelles, gli esperti lanciano a tutti
i governi del mondo un appello ad agire per cercare di ridurre i danni. “Adattarsi
ai cambiamenti climatici in corso - ribadiscono - è necessario ora, perché già dobbiamo
fronteggiare impatti negativi dovuti ai gas emessi nel passato e che generano l’effetto
serra. Mitigare queste emissioni può ridurre, ritardare o evitare questi impatti negativi”.
(A cura di Roberta Moretti)