Tornati a Londra i 15 marinai britannici. Blair: nuove linee di dialogo con l'Iran
- La vicenda dei 15 marinai britannici, arrestati lo scorso 23 marzo dalle autorità
iraniane e tornati questa mattina a Londra, ha contribuito ad aprire nuove “linee
di dialogo” con la Repubblica islamica. Lo ha detto stamani il premier britannico,
Tony Blair, che ieri ha sottolineato l’approccio “misurato, fermo ma calmo” con cui
si è arrivati al rilascio dei marinai. Blair ha anche espresso l’auspicio di “risolvere
attraverso il dialogo” qualsiasi futura contesa con il governo di Teheran. Sull’altro
fronte, il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, ha definito ieri la liberazione
dei militari “un regalo al popolo britannico”. L’annuncio del rilascio è stato dato
dal capo di Stato iraniano davanti alle telecamere. Su questa sottolineatura mediatica
nella vicenda, ascoltiamo al microfono di Salvatore Sabatino, l’esperto di Medio Oriente
del Corriere della Sera, Guido Olimpio:
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R. – Questa è una
scelta strategica – potremmo dire – degli iraniani, che hanno voluto presentare un
profilo diverso; con la liberazione, ovviamente, il presidente Ahmadinejad ha smesso
i panni dell’uomo arcigno dalle sparate propagandistiche e dure. Si è invece presentato
come un personaggio magnanimo, generoso. In questo modo ha quindi tolto ‘munizioni'
a chi lo presenta come un uomo esaltato, come un estremista.
D. – Bisogna
anche sottolineare che Londra, subito dopo la liberazione dei suoi militari, si è
precipitata a dire che non ci sono state trattative con Teheran…
R. – Certo
e anche lo stesso Iran ha detto che non c’è stato uno scambio. In genere, in questi
casi, qualcosa è avvenuto: sappiamo che ci sono stati contatti diplomatici, sappiamo
che lo stesso Blair ha ringraziato i Paesi della regione. Si parla di una mediazione
da parte della Siria, del Qatar, dello stesso Iraq. Il fatto stesso che un ufficiale
iraniano, che era scomparso a Baghdad e che era stato arrestato dalla polizia, è stato
liberato il giorno prima. Ma sappiamo anche che gli iraniani potranno far visita ai
cinque ufficiali iraniani sempre detenuti in Iraq. Dei segnali quindi ci sono; si
parla anche di un impegno inglese volto ad evitare nuove violazioni nelle acque territoriali
iraniane. Qualcosa è sicuramente avvenuto ma ci vorrà qualche giorno per capire cosa.
D. – Questo gesto di distensione da parte dell’Iran potrà avere delle ricadute
sulla questione nucleare della Repubblica islamica che, sappiamo, aver procurato non
pochi problemi a livello internazionale?
R. – Queste due vicende sono separate,
ma è evidente che la mossa di Ahmadinejad lo presenti non come un uomo intransigente
e capace di aperture. Il fatto è che sul nucleare le posizioni sono abbastanza nette.
Gli iraniani non vogliono cedere di un centimetro e, quindi, ritengo che sia più difficile.
Potremmo dire che, forse, cambia un po’ l’atmosfera, ma non la sostanza.
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Proprio sulla complessa questione nucleare iraniana sono ripresi, intanto, i contatti
tra l’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell'Unione Europea,
Javier Solana, e il capo negoziatore iraniano, Ali Larijani. Lo rivelano fonti a autorevoli
a Bruxelles, secondo cui tali contatti sono ripresi quasi immediatamente dopo l’annuncio,
ieri a Teheran, della liberazione dei 15 marinai britannici.