2007-04-05 11:12:47

Apriamo il nostro cuore all’amore di Gesù, che trasforma le tenebre in luce: l’esortazione del Papa nella Messa Crismale in Basilica Vaticana, preludio del Triduo Pasquale


Vestiamoci dell’Amore di Cristo per essere testimoni della luce. Nella Messa Crismale, primo rito del Giovedì Santo, Benedetto XVI esorta i fedeli ad aprire il proprio cuore a Gesù, al Figlio di Dio che si è donato interamente a noi. Durante il Sacro Rito, celebrato in una Basilica di San Pietro gremita di fedeli, sono stati benedetti gli olii dei catecumeni e degli infermi e il Sacro Crisma. A sottolineare la purezza d'animo con la quale dobbiamo accogliere l’amore di Cristo, in questo tempo di Pasqua, il Papa e i concelebranti hanno indossato i paramenti bianchi. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

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 (Cori)
 “Chiediamo al Signore di allontanare ogni ostilità dal nostro intimo, di toglierci ogni senso di autosufficienza e di rivestirci veramente con la veste dell’amore”. Nella Messa crismale, Benedetto XVI parla al cuore dei fedeli, sottolineando che dobbiamo accogliere la luce di Gesù, giacché “una persona senza l’amore”, il Suo amore, “è buia dentro”. E spiega il significato profondo del Battesimo:

"Ecco ciò che si compie nel Battesimo: noi ci rivestiamo di Cristo, Egli ci dona i suoi vestiti e questi non sono una cosa esterna. Significa che entriamo in una comunione esistenziale con Lui, che il suo e il nostro essere confluiscono, si compenetrano a vicenda. 'Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me'”.
 Cristo, ha proseguito, “ha indossato i nostri vestiti: il dolore e la gioia dell’uomo, la fame, la sete, la stanchezza” ed anche “la paura della morte, tutte le nostre angustie fino alla morte. E ha dato a noi i suoi vestiti”. Questa teologia del Battesimo torna in modo nuovo nell’Ordinazione sacerdotale. Anche nel sacerdozio, infatti, si ha uno scambio, giacché nell’amministrazione dei Sacramenti, “il sacerdote agisce e parla ora in persona Christi”. “Metterci a disposizione di Cristo – ha spiegato – significa che ci lasciamo attirare dentro il suo per tutti: essendo con Lui possiamo esserci davvero per tutti”. La Chiesa, ha aggiunto, “ci ha reso visibile ed afferrabile” la realtà dei vestiti nuovi anche esternamente “mediante l’essere stati rivestiti con i paramenti liturgici”. Un gesto che significa “rivestire Cristo; donarsi a Lui come Egli si è donato a noi”. Il Papa si è soffermato sui paramenti liturgici, su cosa significhi rivestirsi di Cristo:

"Il mio cuore deve docilmente aprirsi alla parola di Dio ed essere raccolto nella preghiera della Chiesa, affinché il mio pensiero riceva il suo orientamento dalle parole dell’annuncio e della preghiera. E lo sguardo del mio cuore deve essere rivolto verso il Signore che è in mezzo a noi: ecco cosa significa ars celebrandi – il giusto modo del celebrare. Se io sono col Signore, allora con il mio ascoltare, parlare ed agire attiro anche la gente dentro la comunione con Lui".

 
“Quando ci accostiamo alla liturgia per agire nella persona di Cristo – ha riconosciuto – ci accorgiamo tutti quanto siamo lontani da Lui; quanta sporcizia esiste nella nostra vita”. Il pensiero va poi all’Apocalisse laddove si legge che i 144 mila eletti avevano lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello e che in questo modo esse erano diventate candide come la luce:

"Già da piccolo mi sono chiesto: Ma quando si lava una cosa nel sangue, non diventa certo bianca! La risposta è: il 'sangue dell’Agnello' è l’amore del Cristo crocifisso. È questo amore che rende candide le nostre vesti sporche; che rende verace ed illuminato il nostro spirito oscurato; che, nonostante tutte le nostre tenebre, trasforma noi stessi in 'luce nel Signore'”.

 
Dovremmo ricordarci, ha detto ancora, che Cristo “ha sofferto anche per me”. E “soltanto perché il suo amore è più grande di tutti i miei peccati, posso rappresentarlo ed essere testimone della sua luce”. E ha corredato queste parole con una riflessione sul giogo del Signore imposto ai sacerdoti:

"A volte vorremmo dire a Gesù: Signore, il tuo giogo non è per niente leggero. È anzi tremendamente pesante in questo mondo. Ma guardando poi a Lui che ha portato tutto – che su di sé ha provato l’obbedienza, la debolezza, il dolore, tutto il buio, allora questi nostri lamenti si spengono. Il suo giogo è quello di amare con Lui. E più amiamo Lui, e con Lui diventiamo persone che amano, più leggero diventa per noi il suo giogo apparentemente pesante".

Questo giogo, ha aggiunto, ci spinge “ad andare a scuola da Lui”. E da Lui “dobbiamo imparare la mitezza e l’umiltà”, l’umiltà di Dio che “si mostra nel suo essere uomo”. Durante la celebrazione, il Papa ha benedetto l’Olio dei catecumeni e degli infermi ed ha consacrato il Crisma, l’olio profumato per amministrare il Battesimo e la Cresima come anche le ordinazioni sacerdotali ed episcopali. Al termine della Messa si è svolta la processione degli Olii animata dalle parrocchie romane di Santa Maria Regina Mundi, Santa Maria della Salute, la cappellania giapponese e la parrocchia di Nostra Signora di Czestochowa.

(Cori)

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