Apriamo il nostro cuore all’amore di Gesù, che trasforma le tenebre in luce: l’esortazione
del Papa nella Messa Crismale in Basilica Vaticana, preludio del Triduo Pasquale
Vestiamoci dell’Amore di Cristo per essere testimoni della luce. Nella Messa Crismale,
primo rito del Giovedì Santo, Benedetto XVI esorta i fedeli ad aprire il proprio cuore
a Gesù, al Figlio di Dio che si è donato interamente a noi. Durante il Sacro Rito,
celebrato in una Basilica di San Pietro gremita di fedeli, sono stati benedetti gli
olii dei catecumeni e degli infermi e il Sacro Crisma. A sottolineare la purezza d'animo
con la quale dobbiamo accogliere l’amore di Cristo, in questo tempo di Pasqua, il
Papa e i concelebranti hanno indossato i paramenti bianchi. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
********** (Cori) “Chiediamo
al Signore di allontanare ogni ostilità dal nostro intimo, di toglierci ogni senso
di autosufficienza e di rivestirci veramente con la veste dell’amore”. Nella Messa
crismale, Benedetto XVI parla al cuore dei fedeli, sottolineando che dobbiamo accogliere
la luce di Gesù, giacché “una persona senza l’amore”, il Suo amore, “è buia dentro”.
E spiega il significato profondo del Battesimo:
"Ecco ciò che si compie
nel Battesimo: noi ci rivestiamo di Cristo, Egli ci dona i suoi vestiti e questi non
sono una cosa esterna. Significa che entriamo in una comunione esistenziale con Lui,
che il suo e il nostro essere confluiscono, si compenetrano a vicenda. 'Non sono più
io che vivo, ma Cristo vive in me'”. Cristo,
ha proseguito, “ha indossato i nostri vestiti: il dolore e la gioia dell’uomo, la
fame, la sete, la stanchezza” ed anche “la paura della morte, tutte le nostre angustie
fino alla morte. E ha dato a noi i suoi vestiti”. Questa teologia del Battesimo
torna in modo nuovo nell’Ordinazione sacerdotale. Anche nel sacerdozio, infatti, si
ha uno scambio, giacché nell’amministrazione dei Sacramenti, “il sacerdote agisce
e parla ora in persona Christi”. “Metterci a disposizione di Cristo – ha spiegato
– significa che ci lasciamo attirare dentro il suo per tutti: essendo con Lui
possiamo esserci davvero per tutti”. La Chiesa, ha aggiunto, “ci ha reso visibile
ed afferrabile” la realtà dei vestiti nuovi anche esternamente “mediante l’essere
stati rivestiti con i paramenti liturgici”. Un gesto che significa “rivestire Cristo;
donarsi a Lui come Egli si è donato a noi”. Il Papa si è soffermato sui paramenti
liturgici, su cosa significhi rivestirsi di Cristo:
"Il mio cuore deve
docilmente aprirsi alla parola di Dio ed essere raccolto nella preghiera della Chiesa,
affinché il mio pensiero riceva il suo orientamento dalle parole dell’annuncio e della
preghiera. E lo sguardo del mio cuore deve essere rivolto verso il Signore che è in
mezzo a noi: ecco cosa significa ars celebrandi – il giusto modo del celebrare. Se
io sono col Signore, allora con il mio ascoltare, parlare ed agire attiro anche la
gente dentro la comunione con Lui". “Quando
ci accostiamo alla liturgia per agire nella persona di Cristo – ha riconosciuto –
ci accorgiamo tutti quanto siamo lontani da Lui; quanta sporcizia esiste nella nostra
vita”. Il pensiero va poi all’Apocalisse laddove si legge che i 144 mila eletti
avevano lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello e che in questo modo esse erano
diventate candide come la luce:
"Già da piccolo mi sono chiesto: Ma quando
si lava una cosa nel sangue, non diventa certo bianca! La risposta è: il 'sangue dell’Agnello'
è l’amore del Cristo crocifisso. È questo amore che rende candide le nostre vesti
sporche; che rende verace ed illuminato il nostro spirito oscurato; che, nonostante
tutte le nostre tenebre, trasforma noi stessi in 'luce nel Signore'”. Dovremmo
ricordarci, ha detto ancora, che Cristo “ha sofferto anche per me”. E “soltanto perché
il suo amore è più grande di tutti i miei peccati, posso rappresentarlo ed essere
testimone della sua luce”. E ha corredato queste parole con una riflessione sul giogo
del Signore imposto ai sacerdoti:
"A volte vorremmo dire a Gesù: Signore,
il tuo giogo non è per niente leggero. È anzi tremendamente pesante in questo mondo.
Ma guardando poi a Lui che ha portato tutto – che su di sé ha provato l’obbedienza,
la debolezza, il dolore, tutto il buio, allora questi nostri lamenti si spengono.
Il suo giogo è quello di amare con Lui. E più amiamo Lui, e con Lui diventiamo persone
che amano, più leggero diventa per noi il suo giogo apparentemente pesante".
Questo
giogo, ha aggiunto, ci spinge “ad andare a scuola da Lui”. E da Lui “dobbiamo imparare
la mitezza e l’umiltà”, l’umiltà di Dio che “si mostra nel suo essere uomo”. Durante
la celebrazione, il Papa ha benedetto l’Olio dei catecumeni e degli infermi ed ha
consacrato il Crisma, l’olio profumato per amministrare il Battesimo e la Cresima
come anche le ordinazioni sacerdotali ed episcopali. Al termine della Messa si è svolta
la processione degli Olii animata dalle parrocchie romane di Santa Maria Regina Mundi,
Santa Maria della Salute, la cappellania giapponese e la parrocchia di Nostra Signora
di Czestochowa.