2007-04-04 13:25:55

Speranza di pace nei messaggi per la Pasqua del Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Sabbah, e dei Patriarchi e capi delle Chiese cristiane di Terra Santa


Per la sua Risurrezione il Signore ci dà una vita nuova e un coraggio nuovo: è quanto afferma il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, mons. Michel Sabbah, nel tradizionale messaggio per la Santa Pasqua. “Chiunque vive e crede in me non morrà in eterno”, ribadisce il presule, citando l’assicurazione di Gesù che “la nostra fede ci ridice” quando siamo confrontati nel cuore della Terra Santa a una realtà permanente di morte sotto molteplici aspetti, che sono anche di odio, di paura, di squilibrio nelle relazioni interpersonali e a livello dei governanti. Eppure, la nostra terra ha una sua vocazione – testimonia mons. Sabbah – una sua missione fondamentale, quella di “essere terra di amore e di vita, e di vita abbondante per tutti i suoi abitanti, di tutte le religioni e nazionalità”. Questo presuppone però l’accettazione e il rispetto di ognuno e fra tutti: “non può esserci il più forte e il più debole, non possono esserci l’occupazione, i muri, le barriere militari, la paura e la violenza”. Ma ce la faranno mai i nostri uomini di governo e la comunità internazionale – si chiede mons. Sabbah – a porre fine al grande squilibrio che da 40 anni vive la nostra Terra Santa e che ha ripercussioni sull’intera regione e nel mondo? Occorre rompere un cerchio, assumersi il rischio della pace, porre fine all’occupazione e intraprendere un “processo di guarigione”. Anche i Patriarchi e capi delle Chiese cristiane di Terra Santa, nel loro tradizionale messaggio di Pasqua, hanno parole di speranza nella pace. Il loro auspicio particolare è che finisca l’embargo economico internazionale per l’Autorità palestinese, che finisce per colpire la popolazione: “Molte località – affermano – sono allo stremo, sulla soglia della disperazione, della fame e della miseria”. Assicurano preghiere per il nuovo governo palestinese e per quello israeliano, salutano la recente iniziativa di pace dei Paesi arabi, esprimono fiducia nella eliminazione della paura e dell’oppressione, nella fine di muri, barriere e prigioni. “Celebriamo la Resurrezione – concludono – diligenti nel cercare la luce e nel costruire un futuro migliore per tutti i palestinesi e gli israeliani, per cristiani, ebrei, musulmani e drusi”. (A cura di Graziano Motta) 







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