Rapporto OSCE: nel 2006, dai Paesi ricchi meno aiuti per lo sviluppo
Con una diminuzione del 5,1% nel 2006 rispetto all’anno precedente, è sceso a 77,7
miliardi di euro il sostegno ai Paesi poveri da parte dei 22 Stati del ‘Comitato di
aiuto allo sviluppo’ dell’OSCE, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione
in Europa, che ne raggruppa in tutto 55. I dati – riferisce l’agenzia MISNA – sono
contenuti in un Rapporto pubblicato ieri a Parigi, secondo cui il supporto ai Paesi
in via di sviluppo è diminuito per la prima volta dal 1997; nel 2005 era stato di
80 miliardi di euro. Inoltre, sono solo cinque i governi che destinano lo 0,7% del
prodotto interno lordo (PIL) agli aiuti allo sviluppo, come stabilito dall’ONU nel
2000: Svezia, Norvegia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Danimarca. Tra i motivi che l’anno
scorso hanno determinato la diminuzione delle quote – si legge nel Rapporto – vi sarebbe
anche un proporzionale calo delle cancellazioni del debito estero; nel 2005 erano
state particolarmente ingenti le somme stanziate per ripianare i deficit di
Nigeria e Iraq. Secondo il dossier, resta invariato l’aiuto a favore dell’Africa sub-sahariana,
che invece avrebbe dovuto aumentare dopo le promesse del ‘G8’ di Gleneagles, in Scozia,
del 2005: in quell’occasione presidenti e capi di governo degli otto Paesi più ricchi
del pianeta avevano annunciato il raddoppiamento del sostegno al continente entro
il 2010 e l’annullamento del debito multilaterale per 35 tra i Paesi più poveri, in
gran parte africani. Tra i diversi donatori, gli Stati Uniti (pur contribuendo con
17 miliardi di euro, la quota più significativa dell’intero bilancio degli aiuti dell’OSCE)
sono i meno generosi con lo 0,17% del PIL, ad eccezione della Grecia (0,16%); nel
2006, Washington ha ridotto gli aiuti del 20%. Taglio netto anche per il Giappone,
che ha diminuito del 9,6% i suoi contributi rispetto al 2005, con lo 0,25% del PIL
destinato a sostenere lo sviluppo dei Paesi poveri, confermando una tendenza al ribasso
avviata dal 2000. (R.M.)