Il 13 aprile la presentazione del Libro del Papa “Gesù di Nazaret”
Venerdì 13 aprile, alle ore 16, nell’Aula del Sinodo presso l’Aula Paolo VI, avrà
luogo la presentazione pubblica del libro di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI: “Gesù
di Nazaret”, che sarà in vendita nelle librerie da lunedì 16 nelle edizioni italiana
(Rizzoli), tedesca (Herder) e polacca (Wydawnictwo M). Alla presentazione interverranno
il cardianle Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, il prof. Daniele Garrone,
decano della Facoltà Valdese di Teologia di Roma, il prof. Massimo Cacciari, ordinario
di Estetica all’Università Vita-Salute San Raffaele (Milano). Coordinerà la presentazione
padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Del libro sono
stati diffusi già alcuni brani della prefazione e dell’introduzione. Il servizio di
Alessandro Gisotti:
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Il libro è il frutto “di un lungo cammino
interiore”. Scrive il Papa nella prefazione: “non è assolutamente un atto magisteriale,
ma è unicamente espressione della mia ricerca personale del volto del Signore”. Per
questo, prosegue, “ognuno è libero di contraddirmi” e chiede ai lettori “quell’anticipo
di simpatia senza la quale non c’è alcuna comprensione”. Il Papa, che ha iniziato
a scrivere quest’opera prima dell’elezione al Soglio di Pietro, spiega che a partire
dagli anni Cinquanta divenne “sempre più ampio” lo strappo “tra il Gesù storico” e
il “Cristo della fede”. I progressi della ricerca storico-critica, afferma, “condussero
a distinzioni sempre più sottili” e dietro di essi la figura di Gesù “divenne sempre
più incerta, prese contorni sempre meno definiti”. Questi tentativi, scrive ancora
il Santo Padre, hanno determinato “l’impressione che noi sappiamo ben poco di certo
su Gesù e che solo più tardi la fede nella sua divinità ha plasmato la sua immagine”.
Questa impressione, rileva con amarezza, “è penetrata profondamente nella coscienza
comune della cristianità”. Si tratta, è la riflessione del Papa, di una “situazione
drammatica per la fede perché rende incerto il suo autentico punto di riferimento:
l’intima amicizia con Gesù, da cui tutto dipende”.
Ecco allora che il Papa
ribadisce con forza la sua “fiducia nei Vangeli”. E indica quanto si propone con questo
volume: “fare il tentativo di presentare il Gesù dei Vangeli come il vero Gesù, come
il Gesù storico nel vero senso della espressione”. Il Papa si dice convinto che “questa
figura è molto più logica e dal punto di vista storico anche più comprensibile delle
ricostruzioni con le quali ci siamo dovuti confrontare negli ultimi decenni”. Il Gesù
dei Vangeli, si legge ancora nella prefazione, “è una figura storicamente sensata
e convincente”. D’altro canto, avverte, “solo se era successo qualcosa di straordinario,
se la figura e le parole di Gesù superarono radicalmente tutte le speranze e le aspettative
dell’epoca, si spiegano la sua Crocifissione e la sua efficacia”. Il Pontefice tiene
a precisare che “questo libro non è stato scritto contro la moderna esegesi”. Questa,
infatti, “ci ha fatto conoscere una grande quantità di fonti e di concezioni attraverso
le quali la figura di Gesù può divenirci presente in una vivacità e profondità che
solo pochi decenni fa non riuscivamo neppure ad immaginare”. Il Papa spiega dunque
di aver solo cercato di “andare oltre la mera interpretazione storico-critica applicando
i nuovi criteri metodologici, che ci permettono una interpretazione propriamente teologica
della Bibbia e che naturalmente richiedono la fede senza per questo volere e poter
affatto rinunciare alla serietà storica”.
Che quest’opera sia un grande atto
d’amore del Papa per il Signore lo si comprende bene dalle parole che chiudono la
prefazione. Il Santo Padre rivela che, dalla sua elezione, ha usato “tutti i momenti
liberi” per portare avanti la redazione del volume e aggiunge: “Poiché non so quanto
tempo e quanta forza mi saranno ancora concessi mi sono ora deciso a pubblicare” la
prima parte del libro. Assieme alla prefazione è stata resa nota parte dell’introduzione
del libro, intitolata “Un primo sguardo sul segreto di Gesù”. L’insegnamento di Gesù,
scrive il Papa, “non proviene da un apprendimento umano”. Viene, invece, “dall’immediato
contatto con il Padre, dal dialogo faccia a faccia, dal vedere quello che è nel seno
del Padre”. Per questo, afferma, il discepolo che segue Gesù viene coinvolto “insieme
con lui nella comunione con Dio. Ed è questo che davvero salva: il superamento dei
limiti dell’uomo”.