2007-04-04 11:15:38

Il 13 aprile la presentazione del Libro del Papa “Gesù di Nazaret”


Venerdì 13 aprile, alle ore 16, nell’Aula del Sinodo presso l’Aula Paolo VI, avrà luogo la presentazione pubblica del libro di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI: “Gesù di Nazaret”, che sarà in vendita nelle librerie da lunedì 16 nelle edizioni italiana (Rizzoli), tedesca (Herder) e polacca (Wydawnictwo M). Alla presentazione interverranno il cardianle Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, il prof. Daniele Garrone, decano della Facoltà Valdese di Teologia di Roma, il prof. Massimo Cacciari, ordinario di Estetica all’Università Vita-Salute San Raffaele (Milano). Coordinerà la presentazione padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Del libro sono stati diffusi già alcuni brani della prefazione e dell’introduzione. Il servizio di Alessandro Gisotti:

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Il libro è il frutto “di un lungo cammino interiore”. Scrive il Papa nella prefazione: “non è assolutamente un atto magisteriale, ma è unicamente espressione della mia ricerca personale del volto del Signore”. Per questo, prosegue, “ognuno è libero di contraddirmi” e chiede ai lettori “quell’anticipo di simpatia senza la quale non c’è alcuna comprensione”. Il Papa, che ha iniziato a scrivere quest’opera prima dell’elezione al Soglio di Pietro, spiega che a partire dagli anni Cinquanta divenne “sempre più ampio” lo strappo “tra il Gesù storico” e il “Cristo della fede”. I progressi della ricerca storico-critica, afferma, “condussero a distinzioni sempre più sottili” e dietro di essi la figura di Gesù “divenne sempre più incerta, prese contorni sempre meno definiti”. Questi tentativi, scrive ancora il Santo Padre, hanno determinato “l’impressione che noi sappiamo ben poco di certo su Gesù e che solo più tardi la fede nella sua divinità ha plasmato la sua immagine”. Questa impressione, rileva con amarezza, “è penetrata profondamente nella coscienza comune della cristianità”. Si tratta, è la riflessione del Papa, di una “situazione drammatica per la fede perché rende incerto il suo autentico punto di riferimento: l’intima amicizia con Gesù, da cui tutto dipende”.

Ecco allora che il Papa ribadisce con forza la sua “fiducia nei Vangeli”. E indica quanto si propone con questo volume: “fare il tentativo di presentare il Gesù dei Vangeli come il vero Gesù, come il Gesù storico nel vero senso della espressione”. Il Papa si dice convinto che “questa figura è molto più logica e dal punto di vista storico anche più comprensibile delle ricostruzioni con le quali ci siamo dovuti confrontare negli ultimi decenni”. Il Gesù dei Vangeli, si legge ancora nella prefazione, “è una figura storicamente sensata e convincente”. D’altro canto, avverte, “solo se era successo qualcosa di straordinario, se la figura e le parole di Gesù superarono radicalmente tutte le speranze e le aspettative dell’epoca, si spiegano la sua Crocifissione e la sua efficacia”. Il Pontefice tiene a precisare che “questo libro non è stato scritto contro la moderna esegesi”. Questa, infatti, “ci ha fatto conoscere una grande quantità di fonti e di concezioni attraverso le quali la figura di Gesù può divenirci presente in una vivacità e profondità che solo pochi decenni fa non riuscivamo neppure ad immaginare”. Il Papa spiega dunque di aver solo cercato di “andare oltre la mera interpretazione storico-critica applicando i nuovi criteri metodologici, che ci permettono una interpretazione propriamente teologica della Bibbia e che naturalmente richiedono la fede senza per questo volere e poter affatto rinunciare alla serietà storica”.

Che quest’opera sia un grande atto d’amore del Papa per il Signore lo si comprende bene dalle parole che chiudono la prefazione. Il Santo Padre rivela che, dalla sua elezione, ha usato “tutti i momenti liberi” per portare avanti la redazione del volume e aggiunge: “Poiché non so quanto tempo e quanta forza mi saranno ancora concessi mi sono ora deciso a pubblicare” la prima parte del libro. Assieme alla prefazione è stata resa nota parte dell’introduzione del libro, intitolata “Un primo sguardo sul segreto di Gesù”. L’insegnamento di Gesù, scrive il Papa, “non proviene da un apprendimento umano”. Viene, invece, “dall’immediato contatto con il Padre, dal dialogo faccia a faccia, dal vedere quello che è nel seno del Padre”. Per questo, afferma, il discepolo che segue Gesù viene coinvolto “insieme con lui nella comunione con Dio. Ed è questo che davvero salva: il superamento dei limiti dell’uomo”.

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