Il 13 aprile, in Vaticano, la presentazione di “Gesù di Nazaret”, il primo libro di
Benedetto XVI. Il volume sarà nelle librerie dal 16 aprile
Sarà presentato il 13 aprile il libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazaret”. La conferenza
stampa si svolgerà in Vaticano, alle 16, nell’Aula del Sinodo, presso l'Aula Paolo
VI. Il volume, che arriverà nelle librerie il 16 aprile, sarà illustrato dal cardinale
Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, dal prof. Daniele Garrone, decano della
Facoltà valdese di Teologia di Roma, e dal prof. Massimo Cacciari filosofo ed ordinario
all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Coordinerà la presentazione padre
Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Del libro sono stati
diffusi già alcuni brani della prefazione e dell’introduzione. Il servizio di Tiziana
Campisi:
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“Io ritengo che proprio questo Gesù – quello
dei Vangeli – sia una figura storicamente sensata e convincente”: scrive così Benedetto
XVI nella prefazione del suo “Gesù di Nazaret”, libro che vuole tracciare la figura
storica del Figlio di Dio, perché col tempo l’uomo Gesù, afferma il Papa, è stato
descritto diversamente “da come lo presentano gli evangelisti e da come lo annuncia
la Chiesa a partire dai Vangeli”. A cominciare dagli anni Cinquanta, infatti, dice
il Papa, lo strappo “tra il Gesù storico” e il “Cristo della fede” si è fatto “sempre
più ampio” e i progressi della ricerca storico-critica hanno condotto “a distinzioni
sempre più sottili” che hanno reso la figura di Gesù “sempre più incerta” e dai “contorni
sempre meno definiti”. Anche se frutto di un “lungo cammino interiore”, confessa il
Santo Padre, il “libro non è assolutamente un atto magisteriale”; le sue pagine sono
“unicamente espressione della mia ricerca personale del ‘volto del Signore’, precisa
Benedetto XVI, “perciò ognuno è libero di contraddirmi”.
Tutto quello che
i Vangeli raccontano, chiarisce il Santo Padre, le parole, i fatti, le sofferenze
e la gloria di Gesù, non sono altro che il compimento di quanto Dio ha promesso ad
Israele. Nel libro del Deuteronomio si legge infatti: “Il Signore tuo Dio susciterà
per te, in mezzo a te, … un profeta pari a me, a lui darete ascolto … gli porrò in
bocca le mie parole ed egli dirà quanto io gli comanderò”. Questo spiega che l’insegnamento
di Cristo “non viene da alcuna scuola”, che “è spiegazione ‘con autorità’”, che “viene
dall’immediato contatto con il Padre, dal dialogo ‘faccia a faccia’”. “Ma credere
che proprio come uomo egli fosse Dio e fece conoscere questo avvolgendolo nelle parabole
e tuttavia in un modo sempre più chiaro – sottolinea Bendetto XVI – va la di là delle
possibilità del metodo storico”. Però, se a partire da quest’ultimo ci si apre a “ciò
che è più grande”, sostiene il Papa, i testi “si aprono, per mostrare una via e una
figura, che sono degne di fede”.
“Gesù di Nazaret” è solo il primo di due
volumi su quello che il Papa definisce “il mistero Gesù”, invita il lettore ad avvicinarsi
a Gesù come al Cristo Salvatore, compiendo come i discepoli il tratto di strada della
vita pubblica del Nazareno, a partire dal Battesimo nel fiume Giordano fino a giungere
al monte della Trasfigurazione. A curare la pubblicazione del primo libro di Benedetto
XVI è la Libreria Editrice Vaticana che ha ceduto i diritti di traduzione, diffusione
e commercializzazione alla Casa Editrice Rizzoli. Tra le curiosità ci è dato sapere,
dalla penna dello stesso Pontefice, che le prime pagine di questo lavoro hanno visto
luce nell’estate nel 2003 e che da quando siede sulla cattedra di Pietro vi ha dedicato
“tutti i momenti liberi per portarlo avanti”. “Ho cercato di andare oltre la mera
interpretazione storico-critica – scrive ancora il Papa – applicando i nuovi criteri
metodologici che ci permettono una interpretazione propriamente teologica della Bibbia,
e che naturalmente richiedono la fede senza per questo volere o potere affatto rinunciare
alla serietà storica”.
Infine, nell’introduzione, Benedetto XVI offre queste
indicazioni: “Per la conoscenza di Gesù sono fondamentali gli accenni ricorrenti al
fatto che Gesù si ritirava «sul monte» e lì pregava tutta la notte, «da solo» con
il Padre”; “questo «pregare» di Gesù è il parlare del Figlio con il Padre in cui vengono
coinvolte la coscienza e la volontà umane, l’anima umana di Gesù, di modo che la «preghiera»
degli uomini possa divenire partecipazione alla comunione del Figlio con il Padre”.
“Il discepolo che segue Gesù – conclude il Papa – viene in questo modo coinvolto insieme
con lui nella comunione con Dio. Ed è questo che davvero salva: il superamento dei
limiti dell’uomo”.