2007-04-04 14:14:41

Il 13 aprile, in Vaticano, la presentazione di “Gesù di Nazaret”, il primo libro di Benedetto XVI. Il volume sarà nelle librerie dal 16 aprile


Sarà presentato il 13 aprile il libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazaret”. La conferenza stampa si svolgerà in Vaticano, alle 16, nell’Aula del Sinodo, presso l'Aula Paolo VI. Il volume, che arriverà nelle librerie il 16 aprile, sarà illustrato dal cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, dal prof. Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di Teologia di Roma, e dal prof. Massimo Cacciari filosofo ed ordinario all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Coordinerà la presentazione padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Del libro sono stati diffusi già alcuni brani della prefazione e dell’introduzione. Il servizio di Tiziana Campisi:

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“Io ritengo che proprio questo Gesù – quello dei Vangeli – sia una figura storicamente sensata e convincente”: scrive così Benedetto XVI nella prefazione del suo “Gesù di Nazaret”, libro che vuole tracciare la figura storica del Figlio di Dio, perché col tempo l’uomo Gesù, afferma il Papa, è stato descritto diversamente “da come lo presentano gli evangelisti e da come lo annuncia la Chiesa a partire dai Vangeli”. A cominciare dagli anni Cinquanta, infatti, dice il Papa, lo strappo “tra il Gesù storico” e il “Cristo della fede” si è fatto “sempre più ampio” e i progressi della ricerca storico-critica hanno condotto “a distinzioni sempre più sottili” che hanno reso la figura di Gesù “sempre più incerta” e dai “contorni sempre meno definiti”. Anche se frutto di un “lungo cammino interiore”, confessa il Santo Padre, il “libro non è assolutamente un atto magisteriale”; le sue pagine sono “unicamente espressione della mia ricerca personale del ‘volto del Signore’, precisa Benedetto XVI, “perciò ognuno è libero di contraddirmi”.

Tutto quello che i Vangeli raccontano, chiarisce il Santo Padre, le parole, i fatti, le sofferenze e la gloria di Gesù, non sono altro che il compimento di quanto Dio ha promesso ad Israele. Nel libro del Deuteronomio si legge infatti: “Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, … un profeta pari a me, a lui darete ascolto … gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà quanto io gli comanderò”. Questo spiega che l’insegnamento di Cristo “non viene da alcuna scuola”, che “è spiegazione ‘con autorità’”, che “viene dall’immediato contatto con il Padre, dal dialogo ‘faccia a faccia’”. “Ma credere che proprio come uomo egli fosse Dio e fece conoscere questo avvolgendolo nelle parabole e tuttavia in un modo sempre più chiaro – sottolinea Bendetto XVI – va la di là delle possibilità del metodo storico”. Però, se a partire da quest’ultimo ci si apre a “ciò che è più grande”, sostiene il Papa, i testi “si aprono, per mostrare una via e una figura, che sono degne di fede”.

“Gesù di Nazaret” è solo il primo di due volumi su quello che il Papa definisce “il mistero Gesù”, invita il lettore ad avvicinarsi a Gesù come al Cristo Salvatore, compiendo come i discepoli il tratto di strada della vita pubblica del Nazareno, a partire dal Battesimo nel fiume Giordano fino a giungere al monte della Trasfigurazione. A curare la pubblicazione del primo libro di Benedetto XVI è la Libreria Editrice Vaticana che ha ceduto i diritti di traduzione, diffusione e commercializzazione alla Casa Editrice Rizzoli. Tra le curiosità ci è dato sapere, dalla penna dello stesso Pontefice, che le prime pagine di questo lavoro hanno visto luce nell’estate nel 2003 e che da quando siede sulla cattedra di Pietro vi ha dedicato “tutti i momenti liberi per portarlo avanti”. “Ho cercato di andare oltre la mera interpretazione storico-critica – scrive ancora il Papa – applicando i nuovi criteri metodologici che ci permettono una interpretazione propriamente teologica della Bibbia, e che naturalmente richiedono la fede senza per questo volere o potere affatto rinunciare alla serietà storica”.

Infine, nell’introduzione, Benedetto XVI offre queste indicazioni: “Per la conoscenza di Gesù sono fondamentali gli accenni ricorrenti al fatto che Gesù si ritirava «sul monte» e lì pregava tutta la notte, «da solo» con il Padre”; “questo «pregare» di Gesù è il parlare del Figlio con il Padre in cui vengono coinvolte la coscienza e la volontà umane, l’anima umana di Gesù, di modo che la «preghiera» degli uomini possa divenire partecipazione alla comunione del Figlio con il Padre”. “Il discepolo che segue Gesù – conclude il Papa – viene in questo modo coinvolto insieme con lui nella comunione con Dio. Ed è questo che davvero salva: il superamento dei limiti dell’uomo”.

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