Nelle Grotte vaticane la veglia di preghiera per Giovanni Paolo II
Ieri sera si è svolta nelle Grotte vaticane la veglia di preghiera davanti alla Tomba
di Papa Wojtyla. Il cardinale arcivescovo di Cracovia Stanislaw Dziwisz, per tanti
anni segretario personale di Giovanni Paolo II, ha presieduto il Santo Rosario insieme
ad un centinaio di giovani con le meditazioni di mons. Angelo Comastri, vicario generale
del Papa per la Città del Vaticano. Il servizio di Tiziana Campisi:
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(musica)
“Dopo
la morte chiedo Sante Messe e preghiere”: ha scritto così Giovanni Paolo II nel suo
Testamento e il suo invito è stato accolto da tanti giovani. Con loro, davanti alla
semplice sepoltura, richiesta espressamente dal Pontefice polacco nelle ultime volontà
come quella di Paolo VI, le suore che hanno accudito fino alla fine Papa Wojtyla e
il presidente della Repubblica polacca, Lech Kaczynski. “Siate sentinelle del
mattino”, ha detto ai giovani il cardinale Stanislaw Dziwisz,
che ha voluto anche ringraziare Benedetto XVI, per il continuo ricordo riservato
al suo predecessore. Quindi, il porporato ha ricordato:
“Siamo
stati radunati anche con lui due anni fa. Io, con alcune persone qui presenti, ero
accanto al letto e voi eravate sotto le finestre, sulla piazza, nelle strade di Roma
e lui vi sentiva”.
E nell’esortare ancora i giovani
a mettere in pratica gli insegnamenti di Giovanni Paolo II il cardinale Dziwisz ha
aggiunto:
“Cosa vi dice oggi? Siate speranza della
Chiesa, siate speranza di Benedetto XVI, siate speranza della Chiesa di oggi, che
affronta diversi problemi non facili e prendete sulle vostre spalle e soprattutto
nei vostri cuori tutta la sua eredità. Oggi parla al mondo attraverso voi”.
(musica)
Nel
meditare i misteri della gioia, durante la preghiera del Rosario, mons.
Angelo Comastri ha ripercorso le tappe della vita del Pontefice scomparso,
spiegando anzitutto cosa ha animato il suo magistero:
“L’esperienza
dell’invasione nazista e poi comunista e l’esperienza drammatica della II Guerra Mondiale
gli hanno fatto percepire quanto sia urgente riportare Dio dentro la vita degli uomini”.
Mons.
Comastri ha parlato poi dell’annuncio missionario di Giovanni Paolo II, i suoi viaggi,
i suoi appelli per la pace e per la difesa della vita umana. Infine il presule ha
spiegato cosa ha significato la malattia di Papa Wojtyla. E se con la sua sofferenza
diminuiva la forza fisica, ha osservato mons. Comastri, cresceva l’efficacia del suo
ministero:
“Giovanni Paolo II ha vissuto il mistero
del dolore che vince e l’ultima benedizione, dal finestra del Palazzo Apostolico,
brilla nella nostra memoria come invito a spenderci per Gesù fino all’ultima briciola
delle forze, fino all’ultimo istante della vita”.