Suor Marie, la religiosa francese inspiegabilmente guarita dal Parkinson, racconta
la sua esperienza di intimità spirituale con Papa Wojtyla
Sotto le navate affollate e illuminate a giorno della Basilica Lateranense, era presente
anche colei la cui inspiegabile guarigione è al centro delle testimonianze raccolte
sulla fama di santità di Papa Wojtyla. Si tratta di una religiosa francese, suor
Marie Simon Pierre, della Congregazione delle Piccole Suore delle maternità cattoliche,
che il 2 giugno 2005, nella città di Aix-en-Provence, si trovò improvvisamente guarita
dal Morbo di Parkinson. La guarigione della suora, oggi 45.enne, viene fatta risalire
all'intercessione di Giovanni Paolo II. Ecco la testimonianza della religiosa, raccolta
dal collega della nostra redazione francese, Antony Torzec: **********
R.
- Je trouve que les mots ne sont pas assez forts pour dire ce que j’ai ressenti. … Le
parole non sono abbastanza forti per dire realmente cosa ho provato. Sicuramente è
una grande grazia: ho sentito una grande pace interiore, qualcosa che ha sconvolto
tutto il mio corpo, una sorta di leggerezza, mi sentivo tanto leggera, diversa, assolutamente
un’altra. Subito dopo, ho sentito un’attrazione verso l’adorazione del Santissimo:
in quanto religiosa, avevo già pratica dell’adorazione e dell’eucaristia quotidiane.
E' stato un momento molto forte. E' stato in realtà in mezzo alla notte che io ho
sentito questa necessità di andare a pregare davanti al Santissimo Sacramento.
D.
- E nel profondo del suo cuore, cosa le dice che Giovanni Paolo II abbia ascoltato
le sue preghiere?
R. - Ce n’est pas que mes prières,
c’est le prières de toute la Congregation ... Non è stata soltanto la mia
preghiera, ma la preghiera dell’intera Congregazione. Tutte le mie Piccole suore pregavano,
era l’intera Congregazione che pregava. Poi, anche la comunione dei Santi, con tutti
coloro che sono in Cielo.
D. - Perché egli ha scelto
proprio lei?
R. - Ça je ne le sais pas; on est une
Congregation au service de la vie et de la famille ... Questo non lo so!
La nostra è una Congregazione al servizio della vita e della famiglia; Giovanni Paolo
II ha sempre difeso i valori della vita, li ha sempre proclamati ovunque nel mondo,
e noi siamo al servizio della vita, della famiglia, della vita nascente. Ed io ero
affetta della stessa malattia di Giovanni Paolo II, il Morbo di Parkinson.
D.
- La guarigione ha cambiato qualcosa nel suo modo di pregare o nel suo approccio alla
preghiera?
R. - Je dirais que ma vie intérieure,
ma vie de prière est différente. … Direi che la mia vita interiore, la mia
vita di preghiera è diversa. In che modo, è difficile da spiegare! Sicuramente per
me ci sono l’Eucaristia, l’adorazione: nella mia vita c’erano anche prima, ma ora
sento un richiamo molto più forte. Già prima amavo molto Maria, ed ora Maria per me
è ancora più importante. Anche Giovanni Paolo II era molto vicino a Maria.
D.
- Ora sta a Roma definire se si tratti di miracolo o meno. Per lei è evidente...
R.
- Que je peux vous dire? C’est que j’étais malade, et que maintenant je suis guérie.
Cosa vuole che le dica? Io so che era malata e che ora sono guarita. Ecco
tutto. Certo, Roma ora dovrà studiare il dossier e dovrà dire se la guarigione può
essere attribuita ad un miracolo. Per il momento, quello che io posso dire è che ero
malata e sono guarita...
D. - Nella Bibbia, nel Nuovo
Testamento, in particolare, si parla di molti miracoli operati da Gesù. Oggi si tende
a dimenticarlo, forse ad avere un po’ paura dei miracoli...
R.
- Rien n’est impossible a Dieu. Je me dis, avec la foi, je crois qu’il faut le dire,
.. Nulla è impossibile a Dio. Credo che si debba dirlo: con la fede tutto
è possibile e tutto è nelle mani del Padre.