- In Somalia anche oggi si registrano violenti combattimenti a Mogadiscio, dove prosegue
l’offensiva dell’esercito etiopico contro i ribelli. Nei combattimenti è morto un
soldato del contingente multinazionale dell’Unione Africana. Si tratta di un militare
ugandese, dilaniato da colpi di mortaio. Gli scontri spingono, inoltre, la popolazione
della capitale a lasciare la città. Ma la fuga da Mogadiscio si rivela, in molti casi,
un’esperienza drammatica. Il nostro servizio:
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In Somalia
un nuovo dramma si aggiunge alla tragedia della guerra: secondo “Human Rights Watch”
centinaia di sfollati, che cercano di fuggire da Mogadiscio, sono stati arrestati
e maltrattati da agenti di Kenya, Etiopia e Somalia. L’organizzazione umanitaria denuncia
in particolare casi di “detenzione arbitraria, espulsione e apparente sparizione di
decine di persone”, probabilmente sospettate dai governi di Nairobi, Addis Abeba e
Mogadiscio di far parte o di avere legami con le milizie islamiche. L’organizzazione
non governativa precisa, inoltre, che gli abusi sarebbero iniziati lo scorso mese
di dicembre, quando le milizie delle Corti islamiche, legate secondo gli Stati Uniti
ad Al Qaeda, sono state sconfitte grazie al decisivo appoggio militare delle truppe
etiopiche alle forze somale. L’esodo di civili dalla capitale somala continua nonostante
la mancanza di sicurezza: l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati ha reso noto
che, nell’ultima settimana, almeno 12 mila persone hanno abbandonato Mogadiscio. Si
stima che complessivamente gli sfollati siano, a partire da febbraio, più di 57 mila.
Fuggire verso l’ignoto, tra molteplici insidie e in condizioni difficilissime, costituisce
ancora un’opzione preferibile rispetto a quella di rimanere nella capitale. A Mogadiscio,
infatti, proseguono per il quarto giorno consecutivo violenti scontri tra insorti,
fedeli alle Corti islamiche, e soldati somali appoggiati da militari etiopici. Ieri
il governo etiopico ha riferito che dall’inizio dell’offensiva sono stati uccisi almeno
200 ribelli. E’ invece incerto il bilancio dei civili morti a causa di questa interminabile
catena di scontri, definiti dagli analisti i più gravi degli ultimi 15 anni. Questo
fosco scenario si conferma purtroppo, anche oggi, in tutta la sua drammaticità: diversi
cadaveri giacciono lungo le strade di Mogadiscio e la distruzione di molte case continua
ad alimentare un consistente flusso di sfollati.