2007-04-01 14:46:55

Israele isola Cisgiordania e Gaza per la Pasqua ebraica. Transito permesso ai cristiani per le festività pasquali


In Medio Oriente, l’esercito israeliano ha circondato i Territori palestinesi in Cisgiordania e a Gaza. L’operazione proseguirà per l’intera durata del periodo della Pasqua ebraica, che si concluderà il 9 aprile. In un comunicato si precisa che sarà comunque consentito il passaggio a fedeli cristiani e uomini di Chiesa in occasione della Pasqua cristiana. La Comunità internazionale continua, intanto, a cercare soluzioni per rendere praticabile la via della pace. Ma la Pasqua imminente può essere occasione feconda per tutte le realtà presenti e per rinvigorire il dialogo? Stefano Leszczynski ne ha parlato col padre francescano Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa:

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R. - In Terra Santa, in modo particolare, le difficoltà non sono mai mancate, di carattere politico, sociale, civile. La Pasqua a Gerusalemme è un momento particolare, dove tutte le situazioni difficili vengono messe da parte e ci si dedica alla Pasqua e alle liturgie; diventa una città piena di preghiera. Quest’anno c’è moltissima gente anche perché la Pasqua cattolica e la Pasqua ortodossa cadono negli stessi giorni per cui la città è molto affollata, prevediamo delle liturgie molto affollate.

 
D. - C’è un messaggio particolare che si può trarre dalla Pasqua di quest’anno per la Terra Santa?

 
R. - Il messaggio della Pasqua è sempre lo stesso: Cristo che risorge dai morti. E’ un messaggio di risurrezione, di vita, di speranza. Soprattutto, sia se cambiano le circostanze o se rimangono sempre le stesse circostanze di dolore, di difficoltà, Cristo che risorge ci dice che nonostante tutto non bisogna mai cessare di credere nella bontà dell’uomo e nella vita.

 
D. - Per i credenti delle altre religioni cosa può essere trasmesso dalla Pasqua?

 
R. - La Pasqua cristiana si rifà alla Pasqua ebraica, la liberazione dalla schiavitù. Veniamo liberati dalla schiavitù; anche per i musulmani è un periodo di festa, di grandi celebrazioni.

 
D. - Quindi, nuovamente, la Terra Santa si presenta come zona particolarmente favorevole al dialogo interreligioso…

 
R. – Il dialogo qui è inevitabile perchè si vive insieme. Forse non discutiamo dei grandi principi o dei grandi problemi del mondo; discutiamo di cose più banali, ma il dialogo fa parte della nostra vita. Dobbiamo discutere di tutto, di problemi concreti e proprio la concretezza di quei problemi ci avvicina, ci rende umanamente solidali l’uno con l’altro.

 
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