Il cardinale Martino espone il Decalogo del lavoro
Un vero e proprio Decalogo del lavoro secondo la Dottrina sociale della Chiesa è stato
presentato ieri pomeriggio dal presidente del Pontifico Consiglio della Giustizia
e della Pace, cardinale Renato Raffaele Martino, al IX Forum Internazionale dei Giovani
in corso dal 28 marzo a Rocca di Papa, nei pressi di Roma, per iniziativa del Pontificio
Consiglio per i Laici sul tema: “Testimoniare Cristo nel mondo del lavoro”. In
testa al suddetto Decalogo, esposto dal porporato sulla base del Compendio della Dottrina
sociale della Chiesa, figura il fondamentale principio che il lavoro è per l’uomo
e non l’uomo per il lavoro. Esso dunque deve essere ordinato e finalizzato essenzialmente
alla persona umana, alla sua realizzazione, al suo bene. Si passa poi all’affermazione
che il lavoro umano possiede un’intrinseca dimensione sociale, con la conseguenza
che lavorare – oggi come mai – è un lavorare con gli altri e per gli altri. Se
il lavoro è un diritto fondamentale ed un bene per l’uomo – siamo al terzo punto del
Decalogo – la piena occupazione costituisce un doveroso obiettivo per ogni ordinamento
economico orientato alla giustizia e al bene comune. Ma il lavoro – quarto enunciato
– è anche un dovere: eredi del lavoro di generazioni a noi precedenti, siamo insieme
artefici del futuro di quanti verranno dopo. La quinta e sesta indicazione del
Decalogo suggerito ai giovani dal cardinale Martino sottolineano rispettivamente il
lavoro come superiore ad ogni altro fattore di produzione, in particolare al capitale
seppure con esso in relazione di complementarità, e la necessità che il lavoro stesso
incentivi la partecipazione dei lavoratori alla proprietà, alla sua gestione, ai suoi
frutti. Gli altri principi del Decalogo riguardano: i problemi dell’occupazione,
che chiamano in causa le responsabilità dello Stato cui compete il dovere di promuovere
attive politiche del lavoro; il superamento di una concezione privatistica della famiglia
ed economicistica del lavoro, con garanzia di presenza della donna in ambito lavorativo
ed esclusione del lavoro minorile quale tipo di violenza che va sempre combattuta;
l’elenco dei diritti dei lavoratori sul fondamento della dignità umana, come la giusta
remunerazione, il diritto al riposo, l’integrità fisica e morale del lavoratore, l’indennità
di disoccupazione, la pensione, l’assicurazione per malattia e invalidità, la tutela
della maternità, i diritti associativi e il fondamentale ruolo dei sindacati. “Questo
Decalogo – ha concluso il cardinale Martino, rivolto agli oltre 300 giovani delegati
di Conferenze episcopali, Movimenti, Associazioni e Comunità ecclesiali di 90 Paesi
del mondo – è una grande lezione che la Dottrina sociale della Chiesa vi offre e che
può educarvi a inserire nell’attività sociale ed economica il senso della giustizia
e della solidarietà”.