In udienza da Benedetto XVI, il priore della Comunità Taizé, frère Alois
Il sacrificio di Frère Roger Schutz, fondatore della Comunità di Taizé, ucciso il
16 agosto 2005, può essere un seme di pace per il mondo di oggi e per l'ecumenismo.
E' il pensiero che ha accompagnato l'udienza di Benedetto XVI, concessa questa mattina
al priore della Comunità ecumenica, frère Alois. Subito dopo, il religioso
ha descritto così, al microfono di Alessandro De Carolis, il suo incontro con
il Papa:
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R.
- E’ stata una grande gioia per me e per noi fratelli essere accolti dal Papa, con
cuore aperto. Perché per noi è importante continuare sul cammino che Frère Roger ci
ha mostrato, in comunione con il Santo Padre. Io ho potuto dire questo al Santo Padre
e in questo pensiero siamo uniti. Lui aveva delle domande - come va la comunità -
e io ho potuto ringraziare ancora il Santo Padre per il suo sostegno, perché lui ha
parlato di Frère Roger con parole meravigliose. Frère Roger ha visitato l'allora cardinale
Ratzinger qui a Roma e il cardinale aveva già invitato Frère Roger quando è stato
arcivescovo a Monaco. Il Papa mi ricordava quell'incontro, avvenuto a Monaco nel 1968.
D.
- Con quali parole il Santo Padre ha benedetto la vostra esperienza?
R. - Lui
ripeteva le parole pronunciate su Frère Roger: il suo insegnamento e il suo sacrificio
per l’ecumenismo - ha detto - può divenire una fonte di pace per la gente, oggi.
D.
- Che cosa riporterà alla sua comunità di questo incontro?
R. - L'incoraggiamento
del Santo Padre a continuare il nostro cammino, ad accogliere i giovani e mostrare
questa dimensione di comunione della fede. La fede non è qualcosa di individualistico:
se cerchiamo soltanto una fede individualista, se non c’è la dimensione della comunione
della Chiesa, non possiamo andare lontano. E’ vero che questa ricerca individualistica
che esiste oggi non è soltanto negativa, perché è segno di una ricerca personale della
fede e viviamo in un tempo bello per questo. I giovani cercano una fede personale
e non ripetono soltanto la tradizione in una maniera passiva. Tuttavia, dobbiamo sempre
ricercare la dimensione ecclesiale. ***********