L’Annunciazione e il valore del martirio cristiano: al centro delle riflessioni del
Papa all’Angelus
Il “mistero stupendo di fede” dell’Annunciazione e il valore del martirio cristiano
di testimoni della fede che non cercano la morte ma la vivono come “supremo atto d’amore
a Dio ed ai fratelli”: al centro delle riflessioni del Papa all’Angelus. Ricordando
che la prossima domenica è la Domenica delle Palme e che ricorrerà la XXII Giornata
Mondiale della Gioventù, Benedetto XVI ha dato appuntamento ai giovani della Diocesi
di Roma per la Liturgia penitenziale che presiederà nel pomeriggio di giovedì prossimo
nella Basilica di San Pietro. Il servizio di Fausta Speranza:
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“L’Annunciazione
è anche una festa cristologica - spiega il Papa – perché celebra un mistero centrale
di Cristo: la sua Incarnazione”. E’ “uno stupendo mistero della fede” – aggiunge -
e “un avvenimento umile, nascosto – nessuno lo vide, nessuno lo conobbe, se non Maria
–, ma al tempo stesso decisivo per la storia dell’umanità”. Il Papa ne parla ricordando
che la solennità dell’Annunciazione ricorre il 25 marzo ma quest’anno dal momento
che coincide con una Domenica di Quaresima verrà celebrata domani. Ma il Papa si sofferma
sul valore del sì di Maria che peraltro contempliamo nella recita dell’Angelus:
“Eccomi,
sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola”. La risposta di Maria
all’Angelo si prolunga nella Chiesa, chiamata a rendere presente Cristo nella storia,
offrendo la propria disponibilità perché Dio possa continuare a visitare l’umanità
con la sua misericordia.”
In realtà, - aggiunge - il “sì” di Maria
è il riflesso perfetto di quello di Cristo stesso quando entrò nel mondo, come scrive
la Lettera agli Ebrei interpretando il Salmo 39: “Ecco, io vengo – poiché di me sta
scritto nel rotolo del libro – per compiere, o Dio, la tua volontà”.
E Benedetto
XVI sottolinea che il “sì” di Gesù e di Maria si rinnova così nel “sì” dei santi,
specialmente dei martiri, che vengono uccisi a causa del Vangelo. Ricorda così che
ieri, nell’anniversario dell’assassinio di mons. Oscar Romero, arcivescovo di San
Salvador, si è celebrata la Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri:
vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici stroncati nel compimento della loro
missione di evangelizzazione e promozione umana. I missionari martiri – afferma il
Papa - sono “speranza per il mondo” ma poi ben spiega il valore cristiano del martirio:
“Il martirio cristiano si giustifica soltanto come supremo atto d’amore
a Dio ed ai fratelli”.
I martiri – dice il Papa – “testimoniano che
l’amore di Cristo è più forte della violenza e dell’odio”.
“Non hanno
cercato il martirio, ma sono stati pronti a dare la vita per rimanere fedeli al Vangelo”.
Dopo la recita della preghiera mariana, il Papa rivolge il pensiero
alla prossima Domenica che con la liturgia delle Palme inizierà la Settimana Santa.
In tale circostanza - ricorda il Papa - ricorrerà la XXII Giornata Mondiale
della Gioventù, che quest’anno ha per tema il comandamento di Gesù: “Come io vi ho
amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. Per prepararci a questo appuntamento
e alla celebrazione della Pasqua, Benedetto XVI invita i giovani della diocesi di
Roma ad una Liturgia penitenziale, che presiederà nel pomeriggio di giovedì 29 marzo,
nella Basilica di San Pietro. "Coloro che lo desidereranno - annuncia il Papa - avranno
la possibilità di accostarsi al Sacramento della Confessione, vero incontro con l’amore
di Dio, di cui ogni uomo ha bisogno per vivere nella gioia e nella pace".
Tra
i saluti nelle varie lingue, in inglese un incoraggiamento ai membri della International
Federation for Family Development; in polacco un invito a prendere Maria come “modello
di totale abbandono a Dio nella fede”; in slovacco un pensiero al beato vescovo e
martire Pavol Gojdic, a 80 anni dalla sua ordinazione episcopale a Roma. In italiano
un pensiero in particolare ai fedeli provenienti da Verona, Frosinone, Maddaloni,
Catanzaro e Catania; i giovani di Merlengo venuti per prepararsi alla Dedicazione
della chiesa parrocchiale, le coppie di fidanzati di Altamura, i ragazzi del Decanato
di Rho che faranno la professione di fede e gli alunni della Scuola Primaria di Guasila.
Ma anche ai bambini della Scuola delle Maestre Pie Filippini a Berat, Albania, presenti
con i loro genitori.