Allarme dell’ONU: gli indigeni sono “a rischio sopravvivenza”
Le popolazioni indigene, circa 250 milioni di persone corrispondenti al 4% degli abitanti
del pianeta, sono “sull’orlo della distruzione” per mancanza o scarsa applicazione
delle leggi che ne tutelano i diritti: lo sostiene Rodolfo Stavenhagen, ‘referente
speciale’ dell’ONU sui diritti umani e le libertà fondamentali dei popoli autoctoni.
Soffermandosi sull’Africa – riferisce l’agenzia MISNA – il sociologo messicano ha
affermato che in Paesi come Kenya e Botswana l’espansione delle riserve di caccia
ha danneggiato le popolazioni di pastori e cacciatori come i Masai. Minacciata anche
l’Asia: l’aumento delle attività minerarie e di sfruttamento petrolifero sta mettendo
a rischio la sopravvivenza degli indigeni in Cambogia, Thailandia e Filippine. Si
tratta di problemi comuni anche ad alcune parti dell’America Latina, dove a costituire
un pericolo per le popolazioni indigene di Colombia, Guatemala e Messico sono soprattutto
le leggi anti-terrorismo che, secondo Stavenhagen, forniscono ai governi un alibi
per perseguitare questi gruppi. “Pressioni di natura politica ed economica – ha concluso
l’esperto – tra cui tentativi di bloccare le rivendicazioni indigene di proprietà
della terra, stanno indebolendo queste comunità al punto che non potranno più sopravvivere”.
(R.M.)