L’amore di Gesù ci guidi sempre nella cura dei malati: l’esortazione del Papa nell’udienza
ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute
Nella cura dei malati, portiamo la testimonianza dell’amore di Dio: è la riflessione
offerta da Benedetto XVI ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per
la Pastorale della Salute, ricevuti stamani in Vaticano. La delegazione è stata guidata
dal presidente del dicastero, il cardinale Javier Lozano Barragán. Il Papa ha ricordato
agli operatori della salute che la dignità della persona umana, per quanto menomata,
va sempre tutelata. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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pastorale della salute è “un ambito squisitamente evangelico, che richiama immediatamente
l’opera di Gesù, buon Samaritano dell’umanità”: è quanto sottolineato da Benedetto
XVI che ha ricordato come Gesù stesso “accompagnava sempre la predicazione con i segni
che compiva sui malati”. Un insegnamento quanto mai attuale:
"La salute
dell'uomo, di tutto l'uomo, è stato il segno che Cristo ha prescelto per manifestare
la prossimità di Dio, il suo amore misericordioso che risana lo spirito, l'anima e
il corpo. Questo, cari amici, sia sempre il riferimento fondamentale di ogni vostra
iniziativa: la sequela di Cristo, che i Vangeli ci presentano quale 'medico' divino".
Proprio questa prospettiva biblica,
ha proseguito, “valorizza il principio etico naturale del dovere della cura del malato
in base alla quale ogni esistenza umana va difesa”. Il Papa ha sottolineato così che
“soccorrere l’essere umano è un dovere sia in risposta a un diritto fondamentale della
persona” sia perché dalla cura degli individui traiamo un beneficio per tutta la collettività.
La scienza medica, è stata la sua riflessione, “progredisce in quanto accetta di rimettere
sempre in discussione la diagnosi e il metodo di cura”. D’altro canto, la fiducia
nei confronti del personale sanitario è proporzionata alla “certezza che tali difensori
di ufficio della vita non disprezzeranno mai un’esistenza umana, per quanto menomata,
e sapranno sempre incoraggiare tentativi di cura”:
"L’impegno della cura
va quindi esteso ad ogni essere umano, nell’intento di coprire l'intera sua esistenza.
Il concetto moderno di cura sanitaria è, infatti, la promozione umana: dalla cura
del malato alla cura preventiva, con la ricerca del maggiore sviluppo umano, favorendo
un adeguato ambiente familiare e sociale". “Questa
prospettiva etica, basata sulla dignità della persona umana”, ha detto ancora, “viene
confermata e potenziata dal comandamento dell'amore, centro del messaggio cristiano”.
Gli operatori sanitari cristiani, è stato il richiamo del Pontefice, “sanno bene che
vi è un legame strettissimo e indissolubile tra la qualità del loro servizio professionale
e la virtù della carità alla quale Cristo li chiama”:
"E’ proprio nel
compiere bene il loro lavoro che essi portano alle persone la testimonianza dell'amore
di Dio".
La carità come compito della Chiesa, oggetto
di riflessione nella Deus caritas est, ha sottolineato, “trova un’attuazione
particolarmente significativa nella cura dei malati”, come attesta la storia della
Chiesa, “con innumerevoli testimonianze di uomini e donne che, in forma sia individuale
che associata, hanno operato in questo campo”. Quindi, il Papa è tornato sull’Esortazione
apostolica Sacramentum Caritatis, importante anche per gli operatori sanitari:
"E’
proprio dall’Eucaristia che la pastorale della salute può continuamente attingere
la forza per soccorrere efficacemente l’uomo e promuoverlo secondo la dignità che
gli è propria. Negli ospedali e nelle case di cura, la Cappella è il cuore pulsante
in cui Gesù si offre incessantemente al Padre celeste per la vita dell’umanità". “L’Eucaristia,
distribuita decorosamente e con spirito di preghiera ai malati – ha concluso - è la
linfa vitale che li conforta e infonde nel loro animo luce interiore per vivere con
fede e con speranza la condizione di infermità e di sofferenza”. ***********