In Iraq, è stato impiccato l’ex vicepresidente, Yassin Ramadan. L’esecuzione è avvenuta
poche ore dopo l’intervento da Washington del presidente statunitense, George Bush.
Esattamente 4 anni dopo l’inizio del conflitto nel Paese del Golfo, il capo della
Casa Bianca ha dichiarato di scorgere “segni di speranza” in Iraq. Ma sul terreno
non si arrestano le violenze. Il nostro servizio:
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dopo l’inizio delle operazioni angloamericane, il Paese arabo continua ad essere sconvolto
dal dramma degli attentati: a Baghdad almeno 6 persone sono morte per l’esplosione
di due ordigni nei pressi di un commissariato e in un mercato. Sempre nella capitale,
la polizia ha ritrovato 30 cadaveri con evidenti segni di tortura. Fonti governative
rivelano, comunque, che la violenza in città è diminuita. Da oltre un mese, è infatti
in corso a Baghdad una massiccia operazione antiterrorismo alla quale partecipano
più di 90 mila soldati americani e iracheni. All’alba, intanto, è stata eseguita la
pena capitale inflitta a Yassin Ramadan, ex vice presidente iracheno condannato a
morte per crimini contro l’umanità. Quella di Ramadan è la quarta esecuzione di un
imputato nel processo a gerarchi del deposto regime, tra cui l’ex presidente Saddam
Hussein. Sono poi ore di ansia in Germania per la sorte dei due ostaggi tedeschi prigionieri
in Iraq, per i quali oggi scade l’ultimatum posto dai rapitori. I sequestratori hanno
minacciato di ucciderli se il governo di Berlino non ritirerà le proprie truppe dall’Afghanistan.
Ieri, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha dichiarato che la Germania non cederà
al ricatto dei rapitori. In occasione del quarto anniversario della guerra in Iraq,
il presidente americano Bush ha dichiarato infine che un ritiro in tempi brevi delle
forze americane dal Paese arabo avrebbe “conseguenze devastanti” per la sicurezza
degli Stati Uniti. Bush ha anche nuovamente difeso la politica statunitense in Iraq,
ma sondaggi recenti indicano una opposizione crescente degli americani alla guerra
e una fiducia quasi inesistente, da parte degli iracheni, nella capacità delle forze
americane di fermare le violenze. **********