Il rettore del Biblico, padre Pisano, sulla presentazione del libro “Il Vangelo secondo
Giuda”: non confondiamo i Vangeli con un romanzo
Viene presentato oggi presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma il libro dal titolo
“Il Vangelo secondo Giuda” di Jeffrey Archer. Si tratta di un’opera letteraria che,
intrecciando testi evangelici e romanzati, propone una rivisitazione della figura
di Giuda Iscariota, come avvenuto già altre volte: il tradimento di Giuda viene qui
giustificato con la volontà di costringere Gesù a lanciare una rivolta antiromana.
Nel libro, Giuda non muore suicida, ma crocifisso dai romani. Ha collaborato al testo
il padre salesiano Francis Moloney con il desiderio di rimettere al centro dell'attenzione
il Nuovo Testamento: il teologo ha curato tra l'altro un glossario finale e la sottolineatura
differenziata delle citazioni evangeliche rispetto alla trama letteraria. Ma perché
la presentazione di questo libro presso il Pontificio Istituto Biblico? Sergio
Centofanti lo ha chiesto al Rettore, padre Stephen Pisano:
********** R.
- L’Istituto, in quanto istituzione accademica, non ha niente a che fare con romanzi
moderni; l’unico motivo per cui abbiamo accettato di permettere la
presentazione, è la presenza di padre Francis Moloney, uno studioso del
Nuovo Testamento, molto conosciuto e grande esperto. La storia di Giuda
è una storia che ha sollevato domande in tutto il corso della Storia.
Noi abbiamo accettato la richiesta di padre Moloney di presentare
questo libro, affinché egli potesse darci il suo parere su ciò che
noi sappiamo e su ciò che noi non sappiamo di Giuda, dal modo in
cui egli è presentato nel Nuovo Testamento. Io vorrei sottolineare che,
permettendo la presentazione di questo libro, ciò non implica che né l’Istituto
Biblico stesso, né il Vaticano, né il Papa abbiano accettato in alcun modo questo
libro. Noi vogliamo semplicemente fornire un luogo per una discussione
accademica su un aspetto del Nuovo Testamento, e contiamo su padre
Moloney per guidare tali discussioni.
D.
– Quali sono i rischi nel presentare questo libro presso il Pontificio Istituto Biblico?
R.
- Noi siamo consapevoli del fatto che permettendo che questo libro sia presentato
qui, c’è il rischio che il nome dell’Istituto venga utilizzato per
la commercializzazione del libro. Questo è un rischio che dobbiamo
prendere. Però, il libro stesso non sarà disponibile per l’acquisto
qui, presso l’Istituto, perché questo aspetto commerciale non ci
riguarda.
D. – Quale allora l’obiettivo del Biblico?
R.
- Il nostro interesse è la Bibbia stessa, e se questa discussione incoraggerà la gente
a leggere la Bibbia, a leggerla con grande cura ed intelligenza e
con la preghiera, forse potremmo dire che la presentazione di questo
libro in questa sede è giustificata.
D.
– Quali sono le sue principali perplessità riguardo a questa opera letteraria?
R.
- La cosa che forse trovo un po’ difficile, è il fatto di intrecciare citazioni dal
Nuovo Testamento con il testo, che è un testo romanzato. Questo potrebbe
creare una certa confusione nella gente che non sa cosa viene dalla
Bibbia e che cosa viene dall’autore. Temo soltanto che la gente creda
che tutto ciò che viene scritto qui sia Storia, ma non lo è: è romanzo!