2007-03-20 14:40:33

Comunicato finale dell'incontro a Gerusalemme della Commissione bilaterale Santa Sede-Gran Rabbinato d'Israele sulla libertà di religione


Evitare “l’uso improprio della religione” ed “educare al rispetto della diversità”, perché su queste basi si costruisce stabilmente la pace. Sullo sfondo di questo assunto, si sono incontrati dall'11 al 13 marzo scorsi a Gerusalemme le delegazioni della Commissione della Santa Sede per i Rapporti con l’ebraismo e del Gran Rabbinato di Israele. L’argomento dei colloqui verteva sulla libertà di religione e i suoi limiti. “L’idea del relativismo morale è antitetica alla visione religiosa del mondo e propone una seria minaccia per l’umanità”, si legge in un passaggio del comunicato finale. “Mentre per principio lo Stato non dovrebbe mai limitare la libertà di religione degli individui e delle comunità, né della coscienza morale”, esso d’altra parte - prosegue il comunicato - ha la responsabilità di garantire il benessere e la sicurezza della società”. Ed “è obbligato di conseguenza a intervenire laddove ed ogni volta che una minaccia sia posta attraverso la promozione, l'insegnamento o l'esercizio della violenza, in particolare del terrorismo e della manipolazione psicologica compiuta in nome della religione”. Per “una società con un’identità religiosa predominante” è dunque “legittimo” conservarne il carattere, purchè questo - afferma ancora il documento - “non limiti la libertà delle minoranze e degli individui di professare il loro diverso impegno religioso, né limiti l’integrità dei loro diritti civili e lo status di cittadini, individui e comunità”. Ciò, conclude il comunicato, “obbliga tutti a salvaguardare l'integrità e la dignità dei luoghi santi, dei siti di culto e dei cimiteri di tutte le comunità religiose”.








All the contents on this site are copyrighted ©.