2007-03-19 20:08:39

Iraq: I cristiani costretti a pagare i musulmani per la propria fede


BAGHDAD, 20mar07 - “I sudditi non musulmani devono pagare il tributo al jihad se vogliono avere il permesso di continuare a vivere e professare la loro fede in Iraq”. Sono le direttive imposte dalle milizie islamiche ai cristiani di Baghdad e di Mosul, che si vedono inoltre costretti a lasciare le loro case perché lettere minatorie ne assegnano già la proprietà a cittadini musulmani. A darne notizia è il sito in arabo Ankawa.com, che riporta le testimonianze di diversi iracheni fuggiti ad Erbil, nella regione semi autonoma del Kurdistan. I cristiani iracheni, dunque, si vedono costretti all’obbligo del pagamento della jizya, l'imposta di “compensazione” chiesta dal Corano ai sudditi non-musulmani “protetti” tuttavia dalla umma islamica. La tassa è stata riscossa dall’Impero ottomano fino al suo crollo nel 1918, ma ora dalle moschee di Baghdad e di Mosul è partito l’ordine di introdurla di nuovo, “senza che le autorità ne siano a conoscenza”. Come raccontano alcuni cristiani, si tratta di un tributo alla guerra santa, che - secondo i jihadisti - protegge anche loro da aggressioni esterne. Il denaro va consegnato alla moschea preposta, “con l’accortezza di non farsi scoprire dal governo”. Altri racconti parlano poi di lettere lasciate nei giardini di casa o all’ingresso delle abitazioni di cristiani in cui si avvertono le famiglie di abbandonare le loro proprietà perché sono già state assegnate ad altri, di cui nella missiva si riportano nomi e cognomi.
(Asianews – MANCINI)








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