Dopo dieci anni il "mea culpa" del quotidiano britannico Independent: un errore la
depenalizzazione della cannabis
“La depenalizzazione della cannabis è stata un errore”: ha fatto scalpore l’articolo
pubblicato ieri dal quotidiano britannico Independent, in cui si chiede scusa per
aver lanciato, dieci anni fa, una campagna a favore del declassamento della marijuana
fra le droghe leggere. Una scelta che ha portato a conseguenze disastrose, soprattutto
fra i giovani. Il servizio di Isabella Piro: ********** Gran
Bretagna, 1997: il quotidiano Independent lancia una campagna senza precedenti per
chiedere la depenalizzazione della cannabis. L’anno dopo, 16 mila persone sfilano
ad Hyde Park a sostegno della proposta. Nel 2004, il governo Blair cede: la cannabis
passa dalla categoria B a quella C, ossia tra le droghe leggere, il cui consumo personale
non è più un reato punibile con l’arresto, ma per lo più con multe in denaro. Una
decisione che, a distanza di anni, si è rivelata un grosso errore, poiché ha innalzato
da 1.600 a 22mila il numero di persone che ogni anno, nel Regno Unito, finisce in
cura per abuso di hashish e marijuana. La metà dei malati è minorenne. Per questo,
l’Independent oggi chiede scusa e mette in guardia dai nuovi pericoli: la droga che
si fuma oggi, il così detto ‘skunk’, è tratta da un tipo di cannabis 25 volte più
potente di quella di 10 anni fa e crea conseguenze gravissime sull’organismo umano,
soprattutto a livello psichico. Secondo gli specialisti britannici, infatti, almeno
un decimo dei 250 mila schizofrenici del Regno Unito avrebbe evitato di ammalarsi
se non avessero fatto uso di cannabis. Senza contare che la droga leggera può essere
un primo passo verso l’uso di droghe pesanti, come la cocaina e l’eroina. Un’analisi
che trova d’accordo la Comunità Incontro di don Pierino Gelmini: ascoltiamo Claudio
Previtali, coordinatore generale dei centri maschili: R. – Dalle
cosiddette droghe leggere, si passa poi alle droghe pesanti. In 26 anni che sono qui
in comunità ho potuto constatare, oltre che su me stesso, su centinaia di migliaia
di giovani che sono passati di qui, che tutti hanno iniziato con le droghe leggere.
D.
- Da dove partire, dunque, per fare prevenzione?
R.
– Innanzitutto quello che noi diciamo da tantissimi anni e cioè che non esistono droghe
leggere o droghe pesanti. E’ illecito drogarsi, drogarsi fa male. Tutta la prevenzione
deve essere incentrata sul rispetto dell’uomo, sull’importanza della vita, la cosa
più grande.
Il 20% dei cittadini dell’Unione Europea
oggi fa uso di stupefacenti, afferma Edoardo Polidori, responsabile del Servizio
per le Tossicodipendenze di Faenza. Una percentuale pari a 60 milioni di persone,
soprattutto giovani. Per arginare il problema, aggiunge, non occorrono solo regole,
limiti e divieti, ma anche una vera e propria educazione: R. –
Si potrebbe dire sicuramente, ragionando su quella che è la cultura delle droghe,
conoscerle dal punto di vista storico, dal punto di vista degli effetti, dei rischi.
Abbiamo semplicemente detto: “Non si deve fare” ma il “non si deve fare” non ha sviluppato
conoscenza, sapere e competenze, ha messo soltanto un divieto che per gli adolescenti
di oggi è diventato un divieto molto attraente.
Stato
confusionale, alterazione delle coordinate spazio-temporali, problemi di memoria e
attacchi di panico: sono solo alcune delle reazioni provocate dall’uso di cannabis.
A cui bisogna aggiungere anche il danno polmonare: fumare tre spinelli, infatti, equivale
a fumare 20 sigarette. **********