Di fronte al peccato, è urgente recuperare la pedagogia della conversione: a ribadirlo
è il reggente della Penitenzieria Apostolica, mons. Gianfranco Girotti
“Oggi pare che si sia perso il senso del peccato” ma “abbiamo bisogno tutti
di attingere alla fonte inesauribile dell’amore divino”, che si sperimenta in particolare
nel Sacramento del perdono e della riconciliazione. Così, Benedetto XVI – venerdì
scorso – nell’udienza ai partecipanti al Corso del Foro Interno organizzato dalla
Penitenzieria Apostolica e conclusosi l’altro ieri. Il Papa invita a riscoprire la
confessione anche nella Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis.
Ma in che modo oggi guardare a questo incontro con l’amore misericordioso di Dio?
Giovanni Peduto lo ha chiesto a mons. Gianfranco Girotti, reggente della
Penitenzieria Apostolica:
********** R.
- Purtroppo, ai nostri giorni, questo Sacramento, così fondamentale per la salute
e la santificazione delle anime, appare investito da preoccupante crisi. È proprio
per fronteggiare questa crisi che la Penitenzieria si fa carico di promuovere giornate
di studio, soprattutto per irrobustire la formazione dei sacerdoti, ministri della
riconciliazione, ai quali incombe il dovere grave di possedere una solida dottrina
teologica, morale e canonistica. Il Santo Padre, molto opportunamente, nella Esortazione
apostolica postsinodale “Sacramentum Caritatis”, resa pubblica martedì scorso, ha
avuto parole di grande apprezzamento per il Sacramento della Riconciliazione. In particolare,
ha invitato tutti a riscoprire il perdono sacramentale. Nel constatare che i fedeli
si trovano oggi immersi in una cultura che tende a cancellare il senso del peccato,
favorendo un atteggiamento superficiale, che porta a dimenticare la necessità di essere
in grazia di Dio, il Papa ha richiamato quegli elementi che esplicitano la coscienza
del proprio peccato e contemporaneamente della misericordia di Dio. Ci ha ricordato
che il peccato non è mai una realtà esclusivamente individuale e che comporta sempre
anche una ferita all’interno della comunione ecclesiale. Incisivo mi è parso il richiamo
ad un deciso recupero della pedagogia della conversione, che nasce dall’Eucaristia
e favorisce la confessione frequente.
D. - Anche
il ricorso alle Indulgenze viene sottolineato dal Santo Padre …
R.
- Siamo molto riconoscenti al Santo Padre per il richiamo che Egli ha fatto a tutti
i fedeli del dono delle Indulgenze. Non bisogna dimenticare che la dottrina e la pratica
delle Indulgenze nella Chiesa sono strettamente legate agli effetti del Sacramento
della Penitenza. Il Catechismo ci ricorda che l’Indulgenza è la remissione dinanzi
a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione
che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento
della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa
ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi. Il Santo Padre, nella
citata Esortazione, ricorda che l’uso delle Indulgenze ci aiuta a comprendere che
con le nostre sole forze non saremmo capaci di riparare al male compiuto.
D.
- Non è mancato nel vostro Corso l'attenzione ai coniugi: cosa dire della crisi dell'Istituto
del matrimonio?
R. - In un’epoca di profondi mutamenti
sociali, di mentalità come la nostra, che hanno profondamente inciso sulla pratica
cristiana, il Sacramento del Matrimonio ha una sua particolare attenzione. Non raramente,
nell’ambito del Foro Interno, più spesso in quello sacramentale, ma talvolta anche
in quello non sacramentale, si presentano situazioni di particolare delicatezza e
perciò di particolare impegno per il confessore. La dottrina e la prassi ufficiale
della Chiesa tuttora in atto cerca di percorrere una via fedele al mandato rivoltole
dal suo Signore, che è quello di amministrare il perdono e la misericordia. La Chiesa,
anche di fronte a situazioni talvolta delicatissime, - e il Santo Padre ce lo ricorda
nella sua recente Esortazione Apostolica - agisce sempre secondo lo spirito di Gesù,
che ha compassione dei peccatori, non spezza la canna incrinata e non spegne il lucignolo
fumigante. **********