2007-03-17 15:00:05

L’arcivescovo di Nagasaki, mons. Takami, critica duramente la rimilitarizzazione del Giappone


Un’ulteriore spinta alla rimilitarizzazione del Giappone sarebbe una “una grave minaccia” ai Paesi dell’Asia del Pacifico. L’arcivescovo di Nagasaki, Joseph Mitsuaki Takami, critica duramente la controversa decisione del primo ministro, Shinzo Abe, di modificare, con un referendum, l’articolo 9 della Costituzione pacifista giapponese, secondo cui il Giappone “rinuncia per sempre alla guerra, abolisce le proprie forze armate e s’impegna a non ricostituirle mai più”. Se i cittadini giapponesi voteranno a favore della modifica, il 3 maggio prossimo, le attuali forze di autodifesa nipponiche sarebbero trasformate in forze armate a tutti gli effetti, senza più i limiti imposti dai vincitori nel 1945. Un’ipotesi che mons. Takami, che durante il bombardamento atomico di Nagasaki ha perso diversi familiari, giudica pericolosa per la pace nella regione. Parlando nei giorni scorsi a una conferenza alla Georgetown University di Washington, il presule ha denunciato come sia da qualche anno in atto una militarizzazione strisciante del Paese, compiuta con l’avallo degli Stati Uniti e giustificata con la minaccia nord-coreana e cinese. “Queste mosse – ha detto – sono incostituzionali e l’articolo 9 è stato volutamente ignorato dalla Difesa nipponica e statunitense”. Ha quindi ricordato come la tragica esperienza delle bombe atomiche abbia insegnato al popolo giapponese ad “apprezzare la non violenza” e a prendere coscienza del fatto che esso “non è stato solo vittima, ma anche aggressore”. Durante la sua visita a Washington, mons. Takami ha discusso della questione anche con i membri del Congresso degli Stati Uniti. (L.Z.)







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