TIMOR EST Governo e ribelli chiedono la mediazione della Chiesa
DILI, 15 mar ’07 - Nuovi spiragli di pace per Timor Est dove, dopo i violenti
disordini della primavera 2006, non si è ancora raggiunta la pacificazione sociale
e la tensione resta alta, nonostante la presenza delle forze internazionali di sicurezza.
Nei giorni scorsi il leader ribelle Alfredo Alves Reinado, il militare all’origine
dei disordini di un anno fa che causarono la morte di alcune persone e oltre 155.000
sfollati, ha espresso la sua disponibilità a trattare con la mediazione della Chiesa,
in particolare attraverso il vescovo di Dili, mons. Ricardo Da Silva. La proposta
stata è al centro di un colloquio lunedì tra il presule e il Primo Ministro timorese
José Ramos-Horta che ha illustrato le intenzioni del Governo, dicendosi favorevole
a un negoziato mediato dalla Chiesa. La tensione a Timor Est, indipendente dall’Indonesia
dal 1999, è tornata alta dopo gli scontri che il mese scorso hanno coinvolto anche
i soldati australiani della Forza Internazionale di Stabilizzazione (Isf). Tra le
ragioni che hanno innescato la spirale della violenza vi è la carestia di riso che
ha colpito tutto il Paese. Un appello alla fine delle violenze e a costruire una “cultura
della pace e del rispetto reciproco” era stato rivolto nei giorni scorsi dal nuovo
Nunzio apostolico a Timor Est Leopoldo Girelli e dai vescovi Ricardo Da Silva Basilio
Do Nascimento in un messaggio congiunto in occasione della sua prima visita pastorale
nel Paese. Il piccolo Stato del sud-est asiatico si avvicina a un passaggio decisivo
della sua pur giovane e travagliata storia: le elezioni presidenziali che si terranno
il 9 aprile prossimo. (Ucan – ZENGARINI)