Il Papa all’udienza generale: la Chiesa si regge sulla stretta unità tra vescovi,
clero e fedeli per essere, insieme, imitatori di Cristo e apostoli del Vangelo
Unità di ogni fedele a Cristo fino a farsene imitatore. Unità del clero e dei fedeli
con i vescovi che si traduca poi in annuncio del Vangelo al mondo. All’udienza generale
di questa mattina, tornata a svolgersi in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha parlato
ai 40 mila presenti dell’esperienza di fede, chiamata a una sintesi “tra comunione
e missione”. E lo ha fatto partendo dalle parole di una delle personalità più carismatiche
della Chiesa primitiva: Sant’Ignazio di Antiochia. Il servizio di Alessandro De
Carolis:
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intraprendere nulla di ciò che riguarda la Chiesa senza il vescovo”. Arriva dalla
Chiesa più antica - quella nella quale si “sente la freschezza dei primi tempi” e
l’eco di una generazione che “ha conosciuto gli apostoli” - uno dei capisaldi sui
quali si regge la sua bimillenaria tradizione: la stretta comunione fra le varie parti
della comunità cristiana, con a capo il vescovo. Alle migliaia di persone tornate
ad ascoltare la catechesi del mercoledì in una soleggiata Piazza San Pietro, Benedetto
XVI ha portato l’esempio di un celebre pastore di Antiochia, Sant’Ignazio, definito
“un dottore dell’unità”, grazie all'illuminata energia con cui si oppose alle eresie
che cominciavano a diffondersi a quel tempo, i primi anni dell’anno 100 dopo Cristo:
“Nessun
Padre della Chiesa ha espresso con l’intensità di Ignazio l’anelito all’unione con
Cristo e alla vita in Lui. In realtà, confluiscono in Ignazio due correnti spirituali:
quella di Paolo, tutta tesa all’unione con Cristo, e quella di Giovanni, concentrata
sulla vita in Lui. A loro volta queste due correnti sfociano nell’imitazione di Cristo”.
Questa
“irresistibile tensione” di Ignazio verso l’unità con Cristo, ha osservato Benedetto
XVI, fonda una vera e propria “mistica dell’unità”. Ma, ha spiegato il Papa, l’unità
“allo stato puro” si trova “solo in Dio: dunque, quella che possono realizzare gli
uomini “non è altro che un’imitazione il più possibile conforme” al modello. Come
Papa Clemente Romano - altra figura eminente del cristianesimo antico, proposta dal
Papa mercoledì scorso - anche Sant’Ignazio di Antiochia insiste con insegnamenti e
immagini sul valore “dell’unità fondamentale che lega fra loro tutti i fedeli in Cristo”:
“E’
evidente la responsabilità peculiare dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi nell’edificazione
della comunità. Vale anzitutto per loro l’invito all’amore e all’unità (...) Ignazio
per primo nella letteratura cristiana attribuisce alla Chiesa l’aggettivo ‘cattolica’,
cioè universale. E proprio nel servizio di unità alla Chiesa cattolica, la comunità
cristiana di Roma esercita, secondo lui, una sorta di primato nell’amore (...) Come
si vede Ignazio è realmente 'dottore dell’unità'”.
“In definitiva,
ha affermato Benedetto XVI, il “realismo” di Sant’Ignazio invita i fedeli di ieri
e di oggi ad essere "in possesso di quello spirito indiviso che è Gesù Cristo stesso":
“Invita
ad una sintesi progressiva tra configurazione a Cristo e dedizione alla Chiesa (...)
Insomma occorre pervenire ad una sintesi tra comunione della Chiesa nell’interno di
sé e missione. E preghiamo che il Signore ci aiuti a trovare questa unità, che ci
aiuti ad essere finalmente trovati senza macchia, perché è l’amore che purifica le
anime”.
Un’eco attualizzata dell’insegnamento di Sant’Ignazio si è
colta nelle parole che il Papa, dopo aver salutato in dieci lingue i pellegrini in
Piazza San Pietro, ha rivolto ai fedeli della Puglia accompagnati dai loro vescovi
presenti a Roma per la visita ad Limina:
“Cari amici, vi incoraggio
a sentirvi sempre più coinvolti nella missione della Chiesa per venire incontro con
rinnovato slancio apostolico alle numerose sfide sociali e religiose dell’epoca attuale.
E voi, cari Fratelli nell’Episcopato, non stancatevi di sollecitare quanti sono affidati
alle vostre cure pastorali ad incontrare personalmente Cristo vivo in mezzo a noi,
aderendo integralmente al suo Vangelo e alle esigenze morali che da esso scaturiscono.
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