2007-03-13 14:44:35

Preoccupazione per la repressione in Zimbabwe contro l'opposizione


Cresce la preoccupazione della comunità internazionale per la dura repressione attuata in Zimbabwe dal regime del presidente Robert Mugabe. Il leader dell'opposizione dello Zimbabwe Morgan Tsvangirai, arrestato domenica insieme ad altri oppositori, è apparso oggi in tribunale con altre 50 persone, dopo avere subito gravi maltrattamenti. Una dura condanna per la brutalità delle forze di sicurezza è stata espressa dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. L’intervento della polizia per disperdere il raduno del movimento di opposizione ha provocato la morte di una persona e il ferimento di molti altri. Sulla situazione nel Paese africano Stefano Leszczynski ha intervistato Enrico Casale, africanista della rivista dei gesuiti Popoli:

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R. - L’accelerazione della crisi è iniziata nel 2000, con la riforma agraria che ha espropriato le terre ai bianchi, terre che avrebbero dovuto essere assegnate alla povera gente e invece sono andate a finire in mano ai gerarchi del regime. Questo ha provocato un crollo dell’economia, un aumento della povertà e il crescere di tensioni politiche e sociali.

 
D. - Quello che preoccupa molto, soprattutto in queste ore, la Comunità internazionale, è la violazione dei diritti umani nel Paese, soprattutto nei confronti degli oppositori del regime di Mugabe…

 
R. - Quella della violazione dei diritti umani è una costante del regime di Mugabe. Già poco tempo dopo l’indipendenza, Mugabe fu autore di una durissima repressione contro l’etnia minoritaria, gli ndebele, che provocò una strage. Questa è diventata una costante, anche negli anni successivi, nei confronti degli oppositori, anche quelli che appartengono alle etnie maggioritarie, gli shona.

 
D. – Tuttavia oggi, gli occhi del mondo sono puntati finalmente sullo Zimbabwe e il fatto che il capo dell’opposizione sia stato sottoposto a processo dopo essere stato visibilmente torturato, potrebbe scatenare delle reazioni, implicare degli effetti…

 
R. - Sì, potrebbe scatenare delle reazioni a livello di ulteriori sanzioni nei confronti del regime di Mugabe, ma ho paura che se venissero applicate ulteriori sanzioni, la stretta di Mugabe sul Paese aumenterebbe ancora, come era già capitato quando erano state poste delle sanzioni alcuni anni fa, perché tutto il mercato nero è controllato dai gerarchi del regime e quindi aumenterebbe la pressione sulla popolazione e aumenterebbe ancora la povertà di un Paese già in ginocchio.

 
D. – Ecco, chi è Morgan Tsvangirai, il capo dell’opposizione, e chi lo sostiene?

 
R. - E’ un ex sindacalista che ha preso la guida di questo movimento, si chiama MDC il partito di opposizione, che è andato vicino, agli inizi del 2000, alla vittoria delle elezioni, elezioni che si dice fossero state truccate. Poi ha guidato questo movimento nel corso degli anni, anche se questo movimento di opposizione ha subito diversi conflitti interni e queste frizioni all’interno del MDC non hanno fatto che aumentare il potere di Mugabe e del suo partito.

 
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