Messaggio dei vescovi del Katanga: "Affrontare le sfide della nostra provincia:
sicurezza e sviluppo economico nel rispetto dell’ambiente”
“Dopo gli anni dolorosi di guerra, di sofferenze e d’instabilità politica, il nostro
Paese è arrivato infine a dotarsi di istituzioni democratiche. Il tempo della speranza
è d’ora in poi di fronte a noi:”: è quanto scrivono i vescovi della provincia di Lubumbashi,
nel Katanga, nel sud della Repubblica Democratica del Congo, in un messaggio intitolato
“Che la nostra speranza non sia mai delusa”. Riferendosi al recente processo elettorale
che ha portato alla nascita della terza Repubblica congolese, i presuli spiegano che
“attraverso le elezioni, il nostro popolo ha potuto dimostrare le sue capacità di
superare le pressioni politiche ed etniche e, dunque, la sua idoneità a partecipare
attivamente alla costruzione dello Stato di diritto”. Tuttavia – continua il messaggio,
citato dall’agenzia Fides – “la persistenza di pratiche della seconda Repubblica così
denigrate, lo scarto tra le promesse elettorali e le azioni, così come l’inerzia nel
trovare soluzioni ai problemi urgenti, ci fanno ritenere che se non si interviene,
si rischia di ricadere nelle trappole del passato, ipotecando l’avvenire della democrazia
nel nostro Paese”. Per quel che concerne la situazione della loro regione, i presuli
rilevano diversi problemi che vanno affrontati con urgenza. Sul piano della sicurezza,
di fronte alla presenza di gruppi armati che imperversano ancora nel Katanga, i vescovi
chiedono “alle autorità del Paese di assumersi le loro responsabilità, fornendo sicurezza
alla popolazione su scala nazionale”. Altro punto fondamentale è lo sviluppo economico:
il Katanga è un’importante regione mineraria “che ha visto negli ultimi tempi un flusso
di investimenti stranieri”. Nel messaggio, si denuncia il trattamento ingiusto riservato
ai lavoratori locali: trasferimenti forzati di manodopera per impiegarla in miniere
lontane dai luoghi di residenza; paghe misere; disprezzo della dignità umana dei lavoratori
e delle leggi sui loro diritti. Si denunciano, infine, anche i danni ecologici provocati
da uno sfruttamento intensivo delle risorse minerarie locali. (R.M.)