L'udienza del Papa al presidente russo Putin del 13 marzo in Vaticano favorirà
il dialogo tra cattolici e ortodossi: lo sottolinea, alla Radio Vaticana, il nunzio
Antonio Mennini
Cresce l’attesa per il colloquio, martedì prossimo in Vaticano, tra Benedetto XVI
e il presidente russo Vladimir Putin. E’ la terza visita di Putin compie in Vaticano,
dopo gli incontri con Giovanni Paolo II nel 2000 e 2003. Sulle aspettative per questo
incontro, Alessandro Gisotti ha intervistato il nunzio apostolico, Antonio
Mennini, rappresentante della Santa Sede nella Federazione Russa: ********** R.
- La visita del presidente è significativa delle buone relazioni che esistono a vari
livelli tra la Santa Sede e la Federazione Russa. Per quanto riguarda le mie immediate
aspettative, direi che certamente il Santo Padre e il presidente Putin troveranno
una grande consonanza su quelli che sono i grandi temi che stanno più a cuore alle
sorti dell’umanità. Anche recentemente il presidente, in una conferenza stampa, ha
lodato l’impegno delle Chiese e delle confessioni religiose in Russia proprio perché
si adoperino ancora a realizzare questo clima di conciliazione e di comunione fra
tutti i credenti in Russia. E credo che questo sia certamente un aspetto sul quale
anche il Santo Padre avrà molto da dire sulla base della sua esperienza. Dunque, un
incontro che certamente sarà foriero di buoni frutti nelle relazioni ulteriori tra
Santa Sede e Federazione Russa, a vantaggio anche della Chiesa cattolica in Russia.
D.
- Fra l’altro, il Papa e Putin, probabilmente, si parleranno in tedesco, lingua che
il presidente russo conosce molto bene...
R. - Sì.
Devo dire che questo è stato un gesto di cortesia da parte del presidente, che ha
fatto sapere che era pronto a parlare direttamente nella lingua madre del Santo Padre
che lo stesso Putin conosce molto bene.
D. - A che
punto siamo nei rapporti tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa, dopo le difficoltà
degli anni passati?
R. - Per quanto riguarda i rapporti
più diretti tra le due Chiese, qui, nella Federazione Russa, dopo che è stata costituita
questa Commissione bilaterale mista per lo studio e per la soluzione dei problemi
locali, delle incomprensioni, la situazione è migliorata sensibilmente: è migliorata
anche e soprattutto su un piano di clima personale, cioè con i membri della Commissione
c’è un ottimo clima di amicizia, di comprensione…
D.
- Il teologo Joseph Ratzinger è sempre stato molto apprezzato dagli ortodossi. Come
viene valutato oggi dagli ortodossi l’impegno ecumenico di Benedetto XVI?
R.
- Dopo la visita del Santo Padre a Costantinopoli, le valutazioni emerse da alti esponenti
di questo Patriarcato sono state molto positive. Ma sono state già positive le valutazioni
fatte dopo i primi discorsi del Pontificato di Sua Santità, del suo impegno ecumenico,
il suo discorso fatto poi a al Congresso Eucaristico di Bari… Recentemente, anche
dietro interessamento della parte ortodossa, si è proceduto alla ristampa di un volume
molto noto dell’allora cardinale Ratzinger, “Introduzione al cristianesimo”: il metropolita
Kyrill ha dato la sua disponibilità a scriverne la prefazione.
D.
- Quali sono i punti dove è più facile il dialogo con gli ortodossi, anche alla luce
delle esperienze della vita quotidiana dei fedeli?
R.
- Si compiono seminari insieme, delle ricerche insieme: questo mi sembra molto importante.
Poi, ci sono anche i livelli della collaborazione locale: per esempio, nelle mie visite
alle parrocchie cattoliche - a parte situazioni difficili che purtroppo esistono,
anche per una scarsa conoscenza tra l’una e l’altra Chiesa - vedo spesso esperienze
di collaborazione…
D. - In molti si chiedono quando
avverrà l’incontro tra il Papa e il Patriarca Alessio II. Il tempo è maturo?
R.
- Sua Santità Alessio II, come alcuni altri esponenti di questa Chiesa, sono spesso
tornati su questo argomento. In modo specifico, il Patriarca non ha mai escluso questa
possibilità, questa eventualità. Ha sempre sottolineato il fatto che questo evento
deve segnare un punto di arrivo di reale e fattivo riavvicinamento e di pacificazione
tra le Chiese. Mi permetterei di ricordare che alcuni anni fa il cardinale Sodano,
a proposito di una eventuale visita di Giovanni Paolo II in Russia, diceva: “Questa
visita deve essere un dono per tutti i cristiani, non soltanto per i cattolici”. Certo,
noi la auspichiamo perché sarebbe una cosa molto importante, non solo per il mondo
cristiano ma proprio anche per quella tutela dei valori comuni e della Casa comune
europea, la cui difesa sta molto a cuore anche alla Chiesa ortodossa. **********