2007-03-02 14:08:53

La verità e la bellezza del Cristianesimo siano i punti chiave del progetto culturale della Chiesa italiana: a sottolinearlo, stamani, il cardinale Ruini 


Il rapporto tra fede e ragione è stato al centro del discorso del cardinale vicario Camillo Ruini, che questa mattina ha aperto a Roma l’VIII Forum del progetto culturale della CEI. L’assise sul tema “La ragione, le scienze e il futuro delle civiltà” riunisce oggi e domani 150 intellettuali cattolici che si confronteranno sul discorso pronunciato da Benedetto XVI al convegno ecclesiale di Verona. Ma torniamo alla prolusione del presidente della Conferenza episcopale italiana, nel servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

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Il nuovo incontro tra la fede e la ragione del nostro tempo è il grande obiettivo del Pontificato di Benedetto XVI: è quanto sottolineato dal cardinale Camillo Ruini che ha indicato come questo sia anche il traguardo a cui mira il progetto culturale della Chiesa italiana. Tra gli orientamenti emersi nel Convegno ecclesiale di Verona, ha detto il porporato, c’è infatti il tentativo di coniugare la teologia, la filosofia e le scienze “nel pieno rispetto dei loro metodi” e della “loro reciproca autonomia”. Un servizio, questo, che l’Italia è chiamata a rendere all’Europa e al mondo. Il presidente della CEI si è così soffermato sull’orizzonte del progetto culturale dopo Verona:
 
“Il grande tema della verità, bellezza e 'vivibilità' del cristianesimo, da pensare, vivere e proporre nelle condizioni di oggi e di domani, specialmente in rapporto alla ragione ed ai codici etici dell’Occidente neoilluminista, che tenta di universalizzare il suo secolarismo”.

Il cardinale Ruini ha, quindi, espresso l’auspicio che il cattolicesimo italiano mantenga sempre la sua “caratteristica popolare” senza essere ridotto ad un “cristianesimo minimo”. “La fede in Gesù Cristo – è stata la sua esortazione – continui ad offrire, anche agli uomini e alle donne del nostro tempo, il senso e l’orientamento dell’esistenza ed abbia così un ruolo guida e un’efficacia trainante nel cammino della nazione verso il suo futuro”. Ed ha evidenziato che il progetto culturale ha molto a che fare con la “missionarietà dell’intero popolo di Dio e in esso specificamente dei laici”. Il porporato ha poi rivolto il pensiero al discorso pronunciato dal Papa a Ratisbona, al centro del quale sta l’affermazione che “non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio”. D’altronde, Benedetto XVI mostra che in Dio logos e agape, ragione e amore, si identificano:

“Il Dio della fede cristiana è dunque sì il Dio della metafisica, ma è anche, e identicamente, il Dio della storia, il Dio cioè che entra nella storia e nel più intimo rapporto con noi. E’ questa, secondo Joseph Ratzinger, l’unica risposta adeguata alla questione del Dio della fede e del Dio dei filosofi”.

 
Nell’attuale clima culturale, ha detto il cardinale Ruini, “l’uomo con le sue sole forze” rimane prigioniero di “una strana penombra” e “delle spinte a vivere secondo i propri interessi, prescindendo da Dio e dall’etica”. Una condizione, ha proseguito, che possiamo superare solo grazie “all’iniziativa di Dio che in Cristo si manifesta all’uomo e lo chiama ad accostarsi a Lui”. Oggi, ha aggiunto, l’atteggiamento più diffuso tra i non credenti non è tanto l’ateismo quanto piuttosto l’agnosticismo “che sospende il giudizio riguardo a Dio in quanto razionalmente non conoscibile”. Ma questo, ha affermato, è per il Papa un programma non realizzabile:

"Il motivo è che la questione di Dio non è soltanto teorica ma eminentemente pratica, ha conseguenze cioè in tutti gli ambiti della vita. Nella pratica sono infatti costretto a scegliere tra due alternative, già individuate da Pascal: o vivere come se Dio non esistesse, oppure vivere come se Dio esistesse e fosse la realtà decisiva della mia esistenza".

Dio, ha detto ancora, non può perciò essere “un’appendice da togliere o aggiungere senza che nulla cambi, ma è invece l’origine, il senso e il fine dell’universo, e dell’uomo stesso”. Infine, ha messo in guardia dai rischi insiti in quella assolutizzazione del relativismo che si verifica “quando la libertà individuale” viene eretta “a criterio ultimo al quale ogni altra posizione deve subordinarsi”.
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