La verità e la bellezza del Cristianesimo siano i punti chiave del progetto culturale
della Chiesa italiana: a sottolinearlo, stamani, il cardinale Ruini
Il rapporto tra fede e ragione è stato al centro del discorso del cardinale vicario
Camillo Ruini, che questa mattina ha aperto a Roma l’VIII Forum del progetto culturale
della CEI. L’assise sul tema “La ragione, le scienze e il futuro delle civiltà” riunisce
oggi e domani 150 intellettuali cattolici che si confronteranno sul discorso pronunciato
da Benedetto XVI al convegno ecclesiale di Verona. Ma torniamo alla prolusione del
presidente della Conferenza episcopale italiana, nel servizio di Alessandro Gisotti:
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nuovo incontro tra la fede e la ragione del nostro tempo è il grande obiettivo del
Pontificato di Benedetto XVI: è quanto sottolineato dal cardinale Camillo Ruini che
ha indicato come questo sia anche il traguardo a cui mira il progetto culturale della
Chiesa italiana. Tra gli orientamenti emersi nel Convegno ecclesiale di Verona, ha
detto il porporato, c’è infatti il tentativo di coniugare la teologia, la filosofia
e le scienze “nel pieno rispetto dei loro metodi” e della “loro reciproca autonomia”.
Un servizio, questo, che l’Italia è chiamata a rendere all’Europa e al mondo. Il presidente
della CEI si è così soffermato sull’orizzonte del progetto culturale dopo Verona: “Il
grande tema della verità, bellezza e 'vivibilità' del cristianesimo, da pensare, vivere
e proporre nelle condizioni di oggi e di domani, specialmente in rapporto alla ragione
ed ai codici etici dell’Occidente neoilluminista, che tenta di universalizzare il
suo secolarismo”.
Il cardinale Ruini ha, quindi, espresso l’auspicio che
il cattolicesimo italiano mantenga sempre la sua “caratteristica popolare” senza essere
ridotto ad un “cristianesimo minimo”. “La fede in Gesù Cristo – è stata la sua esortazione
– continui ad offrire, anche agli uomini e alle donne del nostro tempo, il senso e
l’orientamento dell’esistenza ed abbia così un ruolo guida e un’efficacia trainante
nel cammino della nazione verso il suo futuro”. Ed ha evidenziato che il progetto
culturale ha molto a che fare con la “missionarietà dell’intero popolo di Dio e in
esso specificamente dei laici”. Il porporato ha poi rivolto il pensiero al discorso
pronunciato dal Papa a Ratisbona, al centro del quale sta l’affermazione che “non
agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio”. D’altronde, Benedetto XVI mostra
che in Dio logos e agape, ragione e amore, si identificano:
“Il
Dio della fede cristiana è dunque sì il Dio della metafisica, ma è anche, e identicamente,
il Dio della storia, il Dio cioè che entra nella storia e nel più intimo rapporto
con noi. E’ questa, secondo Joseph Ratzinger, l’unica risposta adeguata alla questione
del Dio della fede e del Dio dei filosofi”.
Nell’attuale
clima culturale, ha detto il cardinale Ruini, “l’uomo con le sue sole forze” rimane
prigioniero di “una strana penombra” e “delle spinte a vivere secondo i propri interessi,
prescindendo da Dio e dall’etica”. Una condizione, ha proseguito, che possiamo superare
solo grazie “all’iniziativa di Dio che in Cristo si manifesta all’uomo e lo chiama
ad accostarsi a Lui”. Oggi, ha aggiunto, l’atteggiamento più diffuso tra i non credenti
non è tanto l’ateismo quanto piuttosto l’agnosticismo “che sospende il giudizio riguardo
a Dio in quanto razionalmente non conoscibile”. Ma questo, ha affermato, è per il
Papa un programma non realizzabile:
"Il motivo è che la questione di Dio
non è soltanto teorica ma eminentemente pratica, ha conseguenze cioè in tutti gli
ambiti della vita. Nella pratica sono infatti costretto a scegliere tra due alternative,
già individuate da Pascal: o vivere come se Dio non esistesse, oppure vivere come
se Dio esistesse e fosse la realtà decisiva della mia esistenza".
Dio,
ha detto ancora, non può perciò essere “un’appendice da togliere o aggiungere senza
che nulla cambi, ma è invece l’origine, il senso e il fine dell’universo, e dell’uomo
stesso”. Infine, ha messo in guardia dai rischi insiti in quella assolutizzazione
del relativismo che si verifica “quando la libertà individuale” viene eretta “a criterio
ultimo al quale ogni altra posizione deve subordinarsi”. ***********