Esercizi spirituali in Vaticano: la meditazione del cardinale Giacomo Biffi sul
mistero dell’Eucaristia nella Chiesa e nel mondo
Penultima giornata oggi in Vaticano degli esercizi spirituali cui partecipano il Papa
e la Curia Romana. Domani in mattinata la riflessione conclusiva del cardinale Giacomo
Biffi, arcivescovo emerito di Bologna. Stamani il porporato ha svolto due meditazioni,
una su Maria, l’altra sul tema: “Eucaristia, Chiesa, mondo”. Ma come può la Chiesa
testimoniare al mondo il mistero dell’Eucaristia? Sergio Centofanti lo ha chiesto
al vescovo di Orvieto Giovanni Scanavino, agostiniano: ********** R.
– Dovremmo già essere più che professionisti, noi, di questo fatto, ma una cosa che
è veramente strana è che ad un certo punto abbiamo confinato l’Eucaristia semplicemente
all’interno delle nostre chiese. Cioè, per un cristiano l’Eucaristia dovrebbe essere
proprio l’esperienza che ti aiuta ad entrare profondamente nel mondo! Celebrare l’Eucaristia
significa proprio acquistare quella sapienza e quella capacità di vivere, di donare
noi stessi proprio per far lievitare questo mondo! E noi dobbiamo veramente riportare
l’Eucaristia al centro della vita e di una vita che si vive nel mondo. Insomma, il
cristiano non è per se stesso, no? Il cristiano è per il mondo. Non è del mondo ma
è per il mondo! La centralità dell’Eucaristia, dovrebbe tornare proprio ad alimentare
questa propulsione missionaria ...
D. – Lei è agostiniano.
Qual è la specificità agostiniana degli esercizi spirituali?
R.
– E’ un po’ come un cammino di ricerca, che però – ecco – ad un certo punto arriva
all’incontro con la Verità che poi ti richiama al tuo mondo interiore, e quindi gli
esercizi spirituali – secondo Agostino – sono proprio gli esercizi che devono aiutarti
a ritrovare te stesso nell’incontro con Dio. Dio è Colui che ti aiuta a ritrovare
te stesso, a ritrovare la verità di te stesso, della tua vita e poi la possibilità
– attraverso questa interiorità – di valorizzare la parola di Dio che ti converte:
la conversione non è uno sforzo nostro; è avvicinarci all’ascolto di Dio così come
Agostino stesso ha sperimentato nella sua conversione. Lui all'inizio pensava che
la conversione potesse dipendere dalla sua razionalità. Poi ha scoperto che la razionalità
è importante per arrivare alla scoperta della verità, ma poi è la grazia di Dio, è
l’amore di Dio che ti cambia!
D. – Come riuscire
a rientrare in noi stessi nel nostro quotidiano?
R.
– Ci vuole una minima, fondamentale ascesi di silenzio e di riflessione. Cioè, noi
dobbiamo recuperare il valore della meditazione, cioè del silenzio, e in questo silenzio
– attenzione, però!, che non sia semplicemente il vuoto di noi stessi, ma ascoltare
la voce del nostro cuore, dei nostri desideri, confrontandoli con una Parola che va
ascoltata. Quello che dice il Vangelo: “Rientra nella tua stanza”, che è una camera
che riguarda sia il mio cuore, sia anche l’ambiente in cui vivo, che mi crea questa
atmosfera per ascoltare una Voce che non sono le solite voci. **********