2007-02-28 12:02:18

Nuova ondata di attentati a Baghdad. Il governo vara la legge sul petrolio


Ancora un attentato a Baghdad, dopo le violenze di ieri a Ramadi, anche se rimane ancora avvolta nel mistero la notizia della strage di bambini che sarebbe avvenuta nella città dell’Iraq centro-occidentale. Ce ne parla Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

Il governo iracheno ha approvato la legge sulle risorse petrolifere, che dovrà ora passare al vaglio del parlamento e che prevede, tra le altre cose, che tutti i proventi del petrolio siano depositati su un unico conto del governo e poi redistruibiti alle provincie in base alla popolazione. E’, inoltre, sancita la supervisione da parte di una nuova entità centrale, il Consiglio federale per il gas e il petrolio, che dovrà vigiliare sul rispetto di determinati standard. Apertura anche alle compagnie straniere, alle quali è offerta la riesportazione esentasse del 20 per cento dei proventi derivanti dalle vendite all’estero. Ma chi saranno i più favoriti? Salvatore Sabatino lo ha chiesto ad Alberto Negri, inviato speciale de “Il Sole 24 ore”: RealAudioMP3

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R. – Io direi che i più favoriti, in questo momento, siano proprio gli iracheni, perchè questa legge stabilisce un principio di eguaglianza, rispetto alla maggiore risorsa del Paese. Stabilisce il principio che i proventi del petrolio verranno distribuiti in maniera mirata e soppesata a tutta la popolazione irachena. Sarebbe stata questa una legge da approvare subito, appena dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. Forse non avrebbe evitato tutti i guai dell’Iraq, ma avrebbe comunque aperto la strada davvero ad un nuovo Iraq. Poi, per quanto riguarda la presenza delle compagnie multinazionali, naturalmente la norma favorirà quasi sicuramente quelle americane, che sono quelle più sostenute sul territorio, sostenute dal governo iracheno, sostenute dagli americani, che spingeranno perchè le loro compagnie sbarchino in Iraq. Su questo non c’è dubbio.

D. – Ma non c’è il rischio che, sul lungo termine, l’Iraq sia depredato dagli investitori stranieri?

R. – L’Iraq può diventare un vero banco di prova, non soltanto per il Paese, ma per tutta l’area del Medio Oriente, perché gli americani stanno spingendo per avere dei contratti petroliferi che, in qualche modo, diano maggiore libertà di movimento alle imprese petrolifere, scardinando, in qualche modo, quel cartello dell’OPEC che rende omogenei quasi tutti i Paesi del Medio Oriente dell’area. Quindi, proprio dall’Iraq parte, sia pure in maniera surrettizia, un attacco al cartello petrolifero.

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