2007-02-28 13:58:24

Il Cristianesimo non va ridotto ad una serie di valori condivisi da tutti: è l’ammonimento del cardinale Biffi, nella meditazione dedicata al filosofo russo, Vladimir Solovev


Ieri pomeriggio, il cardinale Giacomo Biffi ha offerto al Papa e alla Curia una testimonianza sul tema “L’ammonimento profetico di Vladimir S. Solovev”. Per il porporato, l’insegnamento lasciatoci dal grande filosofo russo è che il Cristianesimo non può essere ridotto ad un insieme di valori. Al centro dell’essere cristiani c’è infatti l’incontro personale con Gesù Cristo. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3
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 Verranno giorni in cui nella cristianità si tenterà di risolvere il fatto salvifico in una mera serie di valori. E’ un passaggio chiave dell’ultima opera di Vladimir Solovev, I tre dialoghi e il racconto dell'anticristo, al centro delle riflessioni del cardinale Giacomo Biffi. Il filosofo russo, morto nell’anno 1900, con grande acume aveva profetizzato le tragedie del XX secolo. Nei Dialoghi, ha ricordato il porporato, l’anticristo si presenta come pacifista, ecologista ed ecumenista. Convocherà un Concilio ecumenico e cercherà il consenso di tutte le confessioni cristiane concedendo qualcosa ad ognuno. Le masse lo seguiranno, tranne dei piccoli gruppetti di cattolici, ortodossi e protestanti. Incalzati dall’anticristo, risponderanno: “Tu ci dai tutto, tranne ciò che ci interessa, Gesù Cristo”. Questo racconto, ha detto il cardinale Biffi, ci è di ammonimento. Oggi, infatti, corriamo il rischio di avere un Cristianesimo che mette tra parentesi Gesù con la sua Croce e Risurrezione.

Certo, ha aggiunto il porporato, se ci limitassero a parlare di valori condivisibili saremmo ben più accettabili nelle trasmissioni televisive come nei salotti. Ma così avremmo rinunciato a Gesù, alla realtà sconvolgente della Risurrezione. Questo, è stato il suo richiamo, è un pericolo che i cristiani corrono nei nostri tempi. Il Figlio di Dio, ha proseguito, non è traducibile in una serie di buoni progetti omologabili con la mentalità mondana dominante. Tuttavia, ha precisato, ciò non significa una condanna dei valori, che tuttavia vanno sottoposti ad un attento discernimento. Ci sono, infatti, valori assoluti come il bene, il vero, il bello. Chi li percepisce e li ama, ama anche Cristo, anche se non lo sa, perché Lui è la verità, la bellezza, la giustizia. Ci sono poi valori relativi come la solidarietà, l’amore per la pace e il rispetto per la natura. Se questi si assolutizzano, sradicandosi o perfino contrapponendosi all’annuncio del fatto salvifico, allora questi valori diventano istigazioni all’idolatria e ostacoli sulla strada della Salvezza. Dunque, ha concluso, se il cristiano per aprirsi al mondo e dialogare con tutti, stempera il fatto salvifico, preclude la sua connessione personale con Gesù e si ritrova dalla parte dell’anticristo.

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