Il Cristianesimo non va ridotto ad una serie di valori condivisi da tutti: è l’ammonimento
del cardinale Biffi, nella meditazione dedicata al filosofo russo, Vladimir Solovev
Ieri pomeriggio, il cardinale Giacomo Biffi ha offerto al Papa e alla Curia una testimonianza
sul tema “L’ammonimento profetico di Vladimir S. Solovev”. Per il porporato, l’insegnamento
lasciatoci dal grande filosofo russo è che il Cristianesimo non può essere ridotto
ad un insieme di valori. Al centro dell’essere cristiani c’è infatti l’incontro personale
con Gesù Cristo. Il servizio di Alessandro Gisotti: *********** Verranno
giorni in cui nella cristianità si tenterà di risolvere il fatto salvifico in una
mera serie di valori. E’ un passaggio chiave dell’ultima opera di Vladimir Solovev,
I tre dialoghi e il racconto dell'anticristo, al centro delle riflessioni del
cardinale Giacomo Biffi. Il filosofo russo, morto nell’anno 1900, con grande acume
aveva profetizzato le tragedie del XX secolo. Nei Dialoghi, ha ricordato il
porporato, l’anticristo si presenta come pacifista, ecologista ed ecumenista. Convocherà
un Concilio ecumenico e cercherà il consenso di tutte le confessioni cristiane concedendo
qualcosa ad ognuno. Le masse lo seguiranno, tranne dei piccoli gruppetti di cattolici,
ortodossi e protestanti. Incalzati dall’anticristo, risponderanno: “Tu ci dai tutto,
tranne ciò che ci interessa, Gesù Cristo”. Questo racconto, ha detto il cardinale
Biffi, ci è di ammonimento. Oggi, infatti, corriamo il rischio di avere un Cristianesimo
che mette tra parentesi Gesù con la sua Croce e Risurrezione.
Certo, ha aggiunto
il porporato, se ci limitassero a parlare di valori condivisibili saremmo ben più
accettabili nelle trasmissioni televisive come nei salotti. Ma così avremmo rinunciato
a Gesù, alla realtà sconvolgente della Risurrezione. Questo, è stato il suo richiamo,
è un pericolo che i cristiani corrono nei nostri tempi. Il Figlio di Dio, ha proseguito,
non è traducibile in una serie di buoni progetti omologabili con la mentalità mondana
dominante. Tuttavia, ha precisato, ciò non significa una condanna dei valori, che
tuttavia vanno sottoposti ad un attento discernimento. Ci sono, infatti, valori assoluti
come il bene, il vero, il bello. Chi li percepisce e li ama, ama anche Cristo, anche
se non lo sa, perché Lui è la verità, la bellezza, la giustizia. Ci sono poi valori
relativi come la solidarietà, l’amore per la pace e il rispetto per la natura. Se
questi si assolutizzano, sradicandosi o perfino contrapponendosi all’annuncio del
fatto salvifico, allora questi valori diventano istigazioni all’idolatria e ostacoli
sulla strada della Salvezza. Dunque, ha concluso, se il cristiano per aprirsi al mondo
e dialogare con tutti, stempera il fatto salvifico, preclude la sua connessione personale
con Gesù e si ritrova dalla parte dell’anticristo.