ROMA, 27feb07 - Anche se in teoria padre Peter-Hans Kolvenbach, Preposito Generale
della Compagnia di Gesù, potrebbe essere rieletto nella prossima Congregazione Generale
dei Gesuiti, in pratica non sarà così. Lo ha spiegato padre José M. de Vera, Direttore
dell’Ufficio di Informazione e Stampa della Compagnia di Gesù, in una dichiarazione
con la quale chiarisce alcune notizie pubblicate dagli organi d'informazione.
Il
sacerdote sottolinea che “l’elezione del Superiore generale della Compagnia, secondo
le Costituzioni della Compagnia stessa, è vitalizia. E’ un punto che la Compagnia
non può cambiare senza l’assenso del Santo Padre. La Congregazione Generale non può
discutere l’abolizione di questa disposizione senza il previo permesso del Santo Padre”.
“Da tempo è sorto il dubbio circa la convenienza di mantenere questa
clausola nelle circostanze attuali, in cui l’estensione della vita umana ha sperimentato
un cambiamento così radicale”, ha aggiunto.
“In vista di queste circostanze,
padre Kolvenbach ha consultato il Papa per chiedergli se sarebbe opportuno considerare
un cambiamento nell’elezione del Padre Generale: elezione, ad esempio, per un certo
numero di anni come accade nella maggior parte delle Congregazioni religiose”.
“A
questa richiesta il Papa ha risposto chiaramente che non si cambi la clausola: il
Padre Generale deve essere eletto in modo vitalizio”. “Questa disposizione del Santo
Padre non impedisce che il Padre Generale possa, ‘in casi speciali, e previa consultazione
con il Papa, presentare la sua rinuncia alla Congregazione Generale’”.
“E’
stato questo il caso, ad esempio, della rinuncia di p. Pedro Arrupe, il primo generale
che ha rinunciato al suo incarico per ovvie ragioni di incapacità a continuare a governare
la Compagnia”.
Alcuni mesi fa, ha proseguito padre de Vera, padre
Kolvenbach ha ottenuto il permesso dal Papa di presentare la sua rinuncia. “Lo farà
nella prossima Congregazione Generale che ha convocato per il gennaio 2008”, ha proseguito.
Per questo motivo, “teoricamente la Congregazione potrebbe respingere la proposta
di rinuncia presentata da padre Kolvenbach. La rinuncia all’incarico fatta dal Preposito
Generale non produce alcun effetto se non viene ammessa dalla Compagnia in Congregazione
Generale, affermano le disposizioni della Compagnia”. “Praticamente ciò non succederà
perché il Padre Generale ha seguito il procedimento previsto per il caso di rinuncia”.
Questo processo prevede che “quando il Generale decide, per gravi
motivi, di dover presentare la rinuncia all’incarico, deve chiedere, in votazione
segreta, il parere dei suoi consiglieri e di tutti i provinciali della Compagnia”.
“Padre Kolvenbach lo ha fatto e il risultato è stato un quasi unanime
riconoscimento delle ragioni che lo hanno spinto a prendere questa decisione”, ha
indicato il Direttore della Curia del Padre Generale.
“I consiglieri
e i provinciali consultati da padre Kolvenbach rappresentano la maggior parte degli
elettori della Congregazione Generale. In realtà, quindi, il risultato della Congregazione
è moralmente certo”, ha osservato.
Lo stesso portavoce ha rivelato
i motivi che hanno portato padre Kolvenbach a presentare la rinuncia: “il suo governo
eccezionalmente lungo (25 anni) e la sua età (nel 2008 compirà 80 anni). Nessuna di
queste ragioni è imperativa, ma non c’è dubbio che meritano di essere prese in considerazione.
Il Santo Padre lo ha riconosciuto”.