2007-02-25 13:39:33

Polemiche nel Regno Unito per un possibile disegno di legge sulla manipolazione genetica degli embrioni per ottenere il figlio perfetto


Continuano a suscitare molte critiche le decisioni del governo britannico in campo bioetico: dopo la disponibilità ad autorizzare la compravendita di ovuli da utilizzare nel business della fecondazione artificiale, questa volta tocca alla manipolazione genetica degli embrioni umani. Secondo alcune anticipazioni della stampa locale, ossia il ‘Daily Telegraph’ e il ‘Daily Mail’, infatti, l’esecutivo Blair sta mettendo a punto un disegno di legge in sostituzione dello ‘Human Fertilisation and Embryology Act’, risalente al 1990. In base alle nuove norme, sembra che diverrà possibile intervenire al livello genetico sugli embrioni. Il nulla-osta alla manipolazione sarà concesso a titolo puramente sperimentale, assicura il ministero britannico della Sanità, poiché gli embrioni geneticamente modificati dovranno essere distrutti al massimo dopo 14 giorni di vita. Inoltre, rimarrà vietato l’uso dei più sofisticati strumenti di ingegneria genetica su sperma ed ovuli. Confermato anche il divieto di procedere ad alterazioni genetiche degli embrioni a scopo riproduttivo, ma solo per “il prevedibile futuro”, fino a quando non saranno messe a punto procedure “sicure ed efficaci”. Le associazioni etiche insorgono ed esprimono le loro preoccupazioni: secondo David King, direttore dello ‘Human Genetics Alert’, il pubblico “rimarrà orripilato quando saprà che il governo britannico, primo al mondo, vuole sviluppare la tecnologia per la modificazione genetica degli esseri umani”. Per King, l’ovvia meta finale di queste ricerche è la creazione di ‘designer babies’, bambini cioè progettati a tavolino, grazie ad interventi sul DNA degli embrioni. Sulla stessa linea anche Josephine Quintavalle, membro del ‘Comment on Repruiductive Etchics’, per la quale questo è “il primo passo verso una direzione in cui nessuno dovrebbe andare”. Secondo il ‘Bullettin of Medical Etchics’, infine, il governo Blair va fermato: “Tutti i Paesi hanno proibito per legge questo tipo di ricerca – afferma la rivista di deontologia medica – Se si rompono i ranghi con la comunità internazionale, si può creare la percezione che la Gran Bretagba è un rifugio per scienziati avidi e irresponsabili”. (A cura di Isabella Piro)







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