2007-02-24 15:08:27

La soddisfazione di mons. Tomasi per l'accordo di Oslo contro le "cluster bomb"


La Conferenza internazionale ad Oslo per la messa al bando delle “cluster bomb”, le cosiddette munizioni a grappolo, si è chiusa ieri con l’impegno per un nuovo trattato che dovrà essere pronto entro il 2008. Alla riunione non hanno preso parte oltre a Russia e Cina, anche gli Stati Uniti che considerano più adatta per il negoziato la Convenzione su alcune armi convenzionali (Convention on Certain Conventional Weapons), in vigore dal 1980. Gli Stati Uniti hanno anche respinto la proposta di mettere al bando le cluster bomb a partire dal 2008, come chiesto durante la Conferenza da 46 Paesi. Ma ad Oslo è stato comunque raggiunto un importante accordo. Il servizio di Vincenzo Lanza:

**********
Grande la soddisfazione delle organizzazioni della società civile e dei rappresentanti governativi di 46 dei 49 Paesi, riuniti ad Oslo, giovedì e venerdì, per la Dichiarazione congiunta che li impegna a negoziare e concludere entro il 2008 un trattato internazionale per la messa al bando delle munizioni cluster, note anche come bombe o proiettili a grappolo. Giappone, Polonia e Romania per il momento si sono astenuti. Alla Conferenza internazionale, promossa dal governo norvegese, seguiranno altri incontri internazionali a Lima, in Perù, a maggio, a Vienna in dicembre, e a Dublino agli inizi del 2008. Il trattato del 2008 dovrà contenere il preciso ed esplicito impegno dei Paesi firmatari a non più produrre, usare e trasferire, ed invece, entro breve, distruggere queste micidiali armi, il cui impiego colpisce, provocando vittime e feriti in gran parte, anche le popolazioni civili.

Per la Radio Vaticana, Vincenzo Lanza.

**********
Alla Conferenza di Oslo ha partecipato anche una delegazione della Santa Sede, fortemente impegnata nei consessi internazionali a promuovere il disarmo. Roberta Gisotti ha intervistato l’arcivescovo Silvano Tomasi, Osservatore permanente presso le Nazioni Unite a Ginevra:

**********

D. - Eccellenza, i risultati raggiunti in questa Conferenza devono aprirci alla speranza per la reale messa al bando delle cosiddette bombe a grappolo o si allontana invece la speranza di risparmiare la vita di così tante vittime, soprattutto civili, di questi micidiali ordigni, visto che si parla di un impegno di trattato?

R. – La riunione di Oslo è stata più positiva di quanto ci si aspettasse per cui si apre una porta molto ampia. La dichiarazione finale, pur essendo una dichiarazione politica, ha il grande valore di forzare la comunità internazionale a prepararsi per uno strumento giuridico che eventualmente metta al bando questo tipo di armi.

D. – In particolare, quale ruolo ha potuto giocare la delegazione della Santa Sede?

R. – La Santa Sede, e soprattutto qui la commissione di Ginevra, è stata, dal primo momento, impegnata a presentare delle proposte concrete per arrivare a questi passi che si stanno facendo in questi giorni. Il primo punto era di chiedere una moratoria sull’uso di queste bombe a grappolo, soprattutto dopo l’esperienza tragica del loro uso nell’ultima guerra in Libano. Poi si è fatto un passo al di là, vedendo l’appoggio che vari Stati hanno cominciato a dare, prima esitando ma poi in numero sempre più grande, all’idea che è necessario, per evitare queste vittime civili di questi ordigni, arrivare ad uno strumento internazionale che le regolino, eventualmente che le eliminino. E quindi adesso ci sono una cinquantina di Stati ormai, che sono direttamente coinvolti a cercare di trovare una soluzione.

**********
 







All the contents on this site are copyrighted ©.