2007-02-24 15:00:44

In Italia è allarme cocaina. Per don Gelmini dobbiamo risvegliare i grandi valori della vita per strappare i giovani dalla droga


Secondo stime recenti, avvalorate dalle dichiarazioni preoccupate del ministro degli interni Giuliano Amato, sette italiani su cento tra i 14 ed i 54 anni, hanno fatto uso di questa sostanza stupefacente, una o più volte nella vita. Il 15 per cento delle persone che si rivolgono ai centri di recupero, chiedendo di affrontare cure disintossicanti, ammette di avere una dipendenza dalla polvere bianca. Due dati inquietanti su tutti: il Ris di Roma analizzando 100 banconote da 20 euro, su 97 di loro ha individuato tracce millesimali di cocaina mentre ricercatori dell’Università di Firenze, nelle fogne del capoluogo toscano hanno trovato residui di 12 chili di cocaina, corrispondenti ad oltre 400 mila dosi ogni sei mesi. Su quello che è ormai un dramma sociale, Emanuela Campanile ha raccolto la testimonianza di don Pierino Gelmini, fondatore della “Comunità Incontro”, che in 44 anni di attività ha salvato numerosi giovani dalla droga e dall’emarginazione:

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R. – La droga fa male, e così tutte le droghe. E adesso la cocaina è diventata di moda o alla portata di tutti, perchè non serve avere molti soldi per comprarla. Basta che una persona accetti di spacciare e può rimediare la sua dose o le sue dosi e diventa, quindi, strumento diabolico e negativo per la diffusione di queste sostanze. Ho letto che, nell’episodio della mamma belga che ha tagliato la gola al bambino, hanno trovato in casa mezzo chilo di hashish e di marijuana. Come potremo noi avere il senso della misura, del limite, se non risvegliamo i grandi valori? L’uomo senza Dio non va lontano. L’uomo che ha sostituito Dio con tutte queste sostanze che impropriamente crede possano diventare stimolo, forza, provocazione, non va lontano, non dura a lungo. La fede deve essere alla base di ogni recupero: la fede in Dio, la fede nella famiglia, la fede nei valori, la fede nel sacrificio. Dio vuole dei figli liberi, portatori di messaggi di speranza, portatori di amore, portatori di vita, di vitalità.

 
D. – Lei è ottimista ... per forza?

 
R. – Non per forza, sono ottimista per amore. Io credo nelle capacità dei nostri ragazzi di scoprire questi grandi valori. I giovani cercano la vera vita, ma ci sono i cattivi maestri, ci sono coloro che confondono le idee e che insegnano solo che la strada è in discesa, vale a dire: “Fai quel che ti pare, pensa come ti pare, non tener conto della voce della tua famiglia, di quella del buon senso, di quella della fede”. E’ chiaro che noi ci troviamo in una condizione di disperazione. Questo mondo che fa? Continua a promettere. “Sii libero” si sentono dire. “Se tu vuoi fare una cosa, falla. Non devi rendere conto a nessuno”. Io ho 82 anni compiuti, ho perso l’occhio destro, ho messo un pacemaker, ma il mio cuore vola, perchè io vorrei che i ragazzi capissero queste cose. E se tu gliele proponi, le capiscono. Vogliono minare la famiglia. Ma che cosa c’è di più bello! In una casa, dove un uomo e una donna si sono uniti con la benedizione di Dio, entra il sorriso dei bimbi. Invece riempiamo la casa di fiori o cose fasulle. Non sorriso di fiori, ma sorriso di bimbi, di amore. Noi dobbiamo piantare piccoli alberi che poi si sviluppino e creino grandi ombre. I DICO e tutte queste cose stanno uccidendo nel cuore dei nostri figli, dei giovani, quello che è l’entusiasmo, l’amore, la bellezza di un’unione, il sacrificio di un’unione. Io credo molto a questo. La droga, quindi, ottunde lo spirito, finisce per azzerare il cuore e poi ci troviamo di fronte ad un grande deserto.

 
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