Il Papa riceve alcuni vescovi umbri in visita ad Limina: ai nostri microfoni il vescovo
di Assisi, Domenico Sorrentino
Alcuni presuli dell’Umbria, l'arcivescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, il
vescovo di Terni mons. Vincenzo Paglia e il vescovo di Gubbio mons. Mario Ceccobelli,
sono stati ricevuti questa mattina dal Papa per la visita ad Limina. L'udienza cade
nell’ottavo centenario della conversione di San Francesco, evento che l’intera diocesi
di Assisi sta celebrando in modo particolare con uno speciale Anno della Conversione.
Ascoltiamo in proposito l’arcivescovo della città, mons. Domenico Sorrentino,
al microfono di Giovanni Peduto:
*********** R. – Francesco ed
Assisi sono in una relazione inscindibile: non è soltanto il mondo francescano. Questa
diocesi è segnata dalla presenza di Francesco. Ho voluto dare all’intera comunità
diocesana un segnale di questa presenza incisiva di Francesco in Assisi e di Assisi
nella storia di Francesco, chiamando tutti a mettersi sulle orme del Poverello.
D.
– Eccellenza, Francesco viene spesso semplicemente presentato come un ambientalista,
un pacifista. Benedetto XVI insiste invece sul fatto che va visto come ‘uomo convertito’,
come uomo che ha fatto la scelta radicale di Cristo...
R.
– Credo che Benedetto XVI abbia perfettamente ragione. Quando si parla di Francesco
in relazione all’ecologia, in relazione alla pace, in relazione al dialogo tra le
religioni e le culture, si dice naturalmente qualcosa di profondamente vero, perché
il Santo di Assisi ha da dire molto anche in questa materia. Ma il principio da cui
tutto parte è la sua scelta di Gesù. Francesco è innanzitutto un innamorato di Cristo,
e proprio perché ha scelto Cristo è poi diventato anche capace di uno sguardo nuovo
sulla natura, uno sguardo diverso sul modo di concepire la pace e i rapporti. Ecco,
credo che Francesco abbia da dire molto al nostro mondo ma nella misura in cui presentiamo
il vero Francesco. E il vero Francesco è il Francesco di Cristo.
D.
– Il Crocifisso parlò a San Francesco a San Damiano dicendogli: “Va’, Francesco, ripara
la mia Casa”...
R. – La prima casa da riparare è
la casa di Cristo nel nostro cuore. E’ il cuore da riportare a Cristo! Nella misura
in cui ognuno di noi si converte, e dunque ripara la sua vita, la restituisce alla
sua verità, alla verità di Dio, diventa pure capace di dire qualche cosa alla Chiesa
e al mondo. Ecco, allora, direi che questa frase di Cristo a Francesco andrebbe collocata
in un contesto più ampio e soprattutto più coinvolgente della nostra vita personale.
D.
– Domenica 17 giugno il popolo di Assisi e quindi lei, eccellenza, accoglierete Benedetto
XVI. Come vi state preparando alla visita del Papa?
R.
– L’Anno della Conversione che abbiamo indetto è già la preparazione più sostanziale.
Naturalmente, oltre le cose che riguardano la vita spirituale, la vita pastorale,
faremo anche altre piccole cose. Ad esempio, cercheremo di renderci conto del significato
di questa visita, anche rispetto alle visite dei Papi precedenti, alla storia del
rapporto dei Papi con Assisi e cercheremo, poi, di prendere coscienza della specificità
di questa città e del suo carisma, della sua missione. Sono tutte cose che stiamo
mettendo a punto nel quadro di una preparazione più specifica alla visita, ma - ripeto
– la nostra preparazione è anzitutto prendere sul serio l’Anno della Conversione e
il Papa viene proprio in questo anno e per questo anno. **********