2007-02-24 15:13:39

Domani elezioni presidenziali in Senegal. I vescovi ai politici: occupatevi dei problemi della gente


Promuovere lo sviluppo e il bene comune nel rispetto di ogni persona e dei suoi diritti: è quanto chiedono ai governanti i vescovi del Senegal, dove domani 5 milioni di cittadini sono chiamati alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali. In un messaggio pubblicato alcuni giorni fa i presuli si sono fatti interpreti dei sentimenti popolari e hanno posto alcuni interrogativi: “Dove va il Senegal?”, “Come sarà il nostro domani?”, “Verrà preservata la nostra tradizionale pace?”, “Davanti agli affari, agli scandali a ripetizione, quale speranza resta ancora ai giovani, ai contadini, agli operai, agli operatori dell’educazione, della salute?”. Sono 15 i candidati in lizza, ma soltanto 4 di loro hanno concrete possibilità di sfidare l’attuale presidente, il liberale Abdoulaye Wade che punta alla rielezione. La campagna elettorale è stata segnata da alcuni episodi di violenza, l’opposizione ha accusato il governo di aver usato metodi poco ortodossi e c’è chi denuncia brogli. Davanti al triste spettacolo di scontri tra le diverse fazioni, i vescovi domandano alle forze politiche in campo ed alle varie organizzazioni di rispettare gli avversari, di evitare la violenza e di astenersi dal dar vita a milizie partigiane. L’episcopato ha anche lanciato un appello a tutti i cittadini ad andare a votare ed ha voluto ricordare alle autorità attualmente al potere il dovere di rispettare il verdetto delle urne. L’appello dei vescovi senegalesi si indirizza anche ai responsabili di altre confessioni e religioni e in particolare agli islamici che rappresentano il 94 per cento della popolazione. Il Senegal è tra i Paesi più giovani del mondo, oltre la metà degli abitanti è minorenne; la sua storia inizia nel 1960, con l’indipendenza dalla Francia. Nella sua economia, legata all’agricoltura, le recenti liberalizzazioni hanno favorito flussi di capitali stranieri, in particolare cinesi, ma la disoccupazione, che sfiora il 40 per cento, ha dato vita ad un consistente flusso migratorio, in particolare verso la Spagna, attraverso la rotta delle Canarie. Il Senegal è fra le poche Nazioni africane a non aver mai subito un colpo di Stato ed è stato definito un modello di stabilità democratica. (A cura di Tiziana Campisi)
 







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