Il diritto all'obiezione di coscienza per un cristiano al centro del Congresso internazionale
promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita
Formare la propria coscienza è "un dovere fondamentale" per ogni persona e specialmente
per un cristiano, che è chiamato a modellarla sugli insegnamenti del Magistero ecclesiale
per poi testimoniarne gli effetti nella vita quotidiana . E' l'assunto dell'ampia
riflessione svolta dal cardinale Javier Lozano Barragán al Congresso internazionale
intitolato "La coscienza cristiana a sostegno del diritto alla vita". Il presidente
del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute ha introdotto i lavori del
Congresso promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita, in concomitanza con la
sua XIII Assemblea generale. Oggi e domani, scienziati, docenti e teologi si interrogano,
nell'Aula Nuova del Sinodo Vaticano, su temi etici di grande attualità, tra i quali
il diritto a ricorrere all'obiezione di coscienza da parte di un credente nel caso
in cui la vita umana sia messa a rischio. Sulle finalità complessive del Congresso,
Giovanni Peduto ha sentito il presidente della Pontificia Accademia per la
Vita, il vescovo Elio Sgreccia: **********R.
– L’obiettivo del Convegno è duplice. In primo luogo si vuole sottolineare l’identità
di una coscienza cristiana e, quindi, cosa vuol dire essere cristiani ed avere un
giudizio capace di orientare la vita quotidiana, specialmente sui problemi della difesa
della vita nel contesto di oggi. Il secondo obiettivo è quello di fare una rassegna
dei problemi nuovi che esigono l’obiezione di coscienza. Finora conoscevamo due tipi
di obiezione di coscienza: quello verso il servizio militare e la guerra e quello
verso l’aborto ed anche la sterilizzazione. Ora, però, i casi si moltiplicano. C’è
ora, ad esempio, tutta la questione dell’aborto chimico, della pillola del giorno
dopo RU486 e di tutti gli altri strumenti impiegati anche nel terzo mondo come i vaccini.
Tutta questa prassi di tipo intercettivo che impedisce l’impianto dell’embrione oppure
di tipo abortivo è materia di obiezione di coscienza. Coloro che sono chiamati come
operatori a diffondere queste cose o a fare gli esecutori di questi tipi di interventi
- è chiaro - si trovano di fronte ad una obiezione della coscienza cristiana. C’è
poi il problema nuovo dell’eutanasia e ci sono problemi che riguardano anche la famiglia.
Già in Spagna ci si è posto il problema di un ufficiale civico che viene chiamato
a celebrare – diciamo così – un matrimonio fra due persone omosessuali e la domanda
che ci si pone è se, come credente, possa farlo. C’è una coscientizzazione da fare
sulle novità in questo campo. Se pensiamo – in conclusione – che la coscienza sia
la carta di identità, la bussola di una persona e che nel pluralismo attuale, nel
contrasto e nella confusione anche di idee, non è facile farsi una coscienza cristiana
che è l’ultima difesa in una democrazia, penso che risulti allora l’attualità e l’importanza
di questo Convegno.
D. – Eccellenza, in Gran Bretagna dovrebbe entrare in
vigore una legge che obbligherebbe anche le associazioni cattoliche a dare l’avallo
all’adozione di bambini per coppie omosessuali…
R. – In Europa si sta profilando
questo rischio e si va omogeneizzando una mentalità laicista per cui la legge e le
strutture operative finiscono per imporre e sovrapporsi anche alla libertà religiosa,
alla libertà delle coscienze. Non per niente tutte le raccomandazioni, tutte le direttive
che escono dall’Europa cominciano sempre con la dicitura ‘Si invitano i governi ad
uniformare le leggi su questo punto’ e si va anche a toccare questi argomenti. Ora
io mi auguro che nella democratica Inghilterra, che è stata l’antesignana delle democrazie
in Europa, questo venga avvertito come una offesa grave alla coscienza degli operatori
cristiani. Non si può imporre a loro quello che primariamente non è consentito per
la loro coscienza cristiana. E’ un po’ curioso che, mentre si è giustamente sensibili
a non imporre agli immigrati dei comportamenti che offendono la loro sensibilità religiosa,
in qualche nazione si fa perfino imposizione sul vestiario o sulle immagini di carattere
religioso esposte in pubblico , a questo riguardo si imponga addirittura di abdicare
a ciò che c’è di essenziale nel proprio giudizio morale.
D. – Di fronte alla
difesa della vita e di altri principi di carattere etico, i cristiani non rischiano
anche nel democratico Occidente di trovarsi sempre di più di fronte a forme più o
meno sottili di persecuzione?
R. – Se con persecuzione si intende la morte
violenta, questo capita raramente nei regimi democratici. E’ capitato recentemente
in Turchia. Quello che viene praticato è, invece, più sottile. Si tratta dell’emarginazione,
dell’esclusione dall’attività professionale, il non poter esercitare il proprio lavoro
con tutta la dignità, con il proprio credo, in una società che, essendo democratica,
deve dare a tutti lo spazio per operare secondo scienza e coscienza. Questo rischio
di emarginazione e di persecuzione sottile è prevedibile e in qualche parte attivo.
D. – Quale contributo si aspetta dai partecipanti a questa Assemblea?
R.
– Il contributo immediato sarà quello di una presa di coscienza di ciò che comporta
per la coscienza cristiana operare nel mondo della sanità oggi per le varie categorie
coinvolte e non soltanto quella medica. In secondo luogo rappresenta un impegno per
una formazione delle coscienze, perché credo che oggi l’emergenza maggiore sia la
formazione delle coscienze. Se non abbiamo coscienze e coscienze rette, vere e certe,
siamo omogeneizzati, siamo sepolti e qualche volta anche confusi. Questo è il rischio
di questo momento. ************