2007-02-23 12:45:19

Il diritto all'obiezione di coscienza per un cristiano al centro del Congresso internazionale promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita


Formare la propria coscienza è "un dovere fondamentale" per ogni persona e specialmente per un cristiano, che è chiamato a modellarla sugli insegnamenti del Magistero ecclesiale per poi testimoniarne gli effetti nella vita quotidiana . E' l'assunto dell'ampia riflessione svolta dal cardinale Javier Lozano Barragán al Congresso internazionale intitolato "La coscienza cristiana a sostegno del diritto alla vita". Il presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute ha introdotto i lavori del Congresso promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita, in concomitanza con la sua XIII Assemblea generale. Oggi e domani, scienziati, docenti e teologi si interrogano, nell'Aula Nuova del Sinodo Vaticano, su temi etici di grande attualità, tra i quali il diritto a ricorrere all'obiezione di coscienza da parte di un credente nel caso in cui la vita umana sia messa a rischio. Sulle finalità complessive del Congresso, Giovanni Peduto ha sentito il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, il vescovo Elio Sgreccia: RealAudioMP3  
**********R. – L’obiettivo del Convegno è duplice. In primo luogo si vuole sottolineare l’identità di una coscienza cristiana e, quindi, cosa vuol dire essere cristiani ed avere un giudizio capace di orientare la vita quotidiana, specialmente sui problemi della difesa della vita nel contesto di oggi. Il secondo obiettivo è quello di fare una rassegna dei problemi nuovi che esigono l’obiezione di coscienza. Finora conoscevamo due tipi di obiezione di coscienza: quello verso il servizio militare e la guerra e quello verso l’aborto ed anche la sterilizzazione. Ora, però, i casi si moltiplicano. C’è ora, ad esempio, tutta la questione dell’aborto chimico, della pillola del giorno dopo RU486 e di tutti gli altri strumenti impiegati anche nel terzo mondo come i vaccini. Tutta questa prassi di tipo intercettivo che impedisce l’impianto dell’embrione oppure di tipo abortivo è materia di obiezione di coscienza. Coloro che sono chiamati come operatori a diffondere queste cose o a fare gli esecutori di questi tipi di interventi - è chiaro - si trovano di fronte ad una obiezione della coscienza cristiana. C’è poi il problema nuovo dell’eutanasia e ci sono problemi che riguardano anche la famiglia. Già in Spagna ci si è posto il problema di un ufficiale civico che viene chiamato a celebrare – diciamo così – un matrimonio fra due persone omosessuali e la domanda che ci si pone è se, come credente, possa farlo. C’è una coscientizzazione da fare sulle novità in questo campo. Se pensiamo – in conclusione – che la coscienza sia la carta di identità, la bussola di una persona e che nel pluralismo attuale, nel contrasto e nella confusione anche di idee, non è facile farsi una coscienza cristiana che è l’ultima difesa in una democrazia, penso che risulti allora l’attualità e l’importanza di questo Convegno.

D. – Eccellenza, in Gran Bretagna dovrebbe entrare in vigore una legge che obbligherebbe anche le associazioni cattoliche a dare l’avallo all’adozione di bambini per coppie omosessuali…

R. – In Europa si sta profilando questo rischio e si va omogeneizzando una mentalità laicista per cui la legge e le strutture operative finiscono per imporre e sovrapporsi anche alla libertà religiosa, alla libertà delle coscienze. Non per niente tutte le raccomandazioni, tutte le direttive che escono dall’Europa cominciano sempre con la dicitura ‘Si invitano i governi ad uniformare le leggi su questo punto’ e si va anche a toccare questi argomenti. Ora io mi auguro che nella democratica Inghilterra, che è stata l’antesignana delle democrazie in Europa, questo venga avvertito come una offesa grave alla coscienza degli operatori cristiani. Non si può imporre a loro quello che primariamente non è consentito per la loro coscienza cristiana. E’ un po’ curioso che, mentre si è giustamente sensibili a non imporre agli immigrati dei comportamenti che offendono la loro sensibilità religiosa, in qualche nazione si fa perfino imposizione sul vestiario o sulle immagini di carattere religioso esposte in pubblico , a questo riguardo si imponga addirittura di abdicare a ciò che c’è di essenziale nel proprio giudizio morale.

D. – Di fronte alla difesa della vita e di altri principi di carattere etico, i cristiani non rischiano anche nel democratico Occidente di trovarsi sempre di più di fronte a forme più o meno sottili di persecuzione?

R. – Se con persecuzione si intende la morte violenta, questo capita raramente nei regimi democratici. E’ capitato recentemente in Turchia. Quello che viene praticato è, invece, più sottile. Si tratta dell’emarginazione, dell’esclusione dall’attività professionale, il non poter esercitare il proprio lavoro con tutta la dignità, con il proprio credo, in una società che, essendo democratica, deve dare a tutti lo spazio per operare secondo scienza e coscienza. Questo rischio di emarginazione e di persecuzione sottile è prevedibile e in qualche parte attivo.

D. – Quale contributo si aspetta dai partecipanti a questa Assemblea?

R. – Il contributo immediato sarà quello di una presa di coscienza di ciò che comporta per la coscienza cristiana operare nel mondo della sanità oggi per le varie categorie coinvolte e non soltanto quella medica. In secondo luogo rappresenta un impegno per una formazione delle coscienze, perché credo che oggi l’emergenza maggiore sia la formazione delle coscienze. Se non abbiamo coscienze e coscienze rette, vere e certe, siamo omogeneizzati, siamo sepolti e qualche volta anche confusi. Questo è il rischio di questo momento.
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