2007-02-21 14:08:57

Benedetto XVI all’udienza generale del Mercoledì delle Ceneri: convertirsi è scegliere l’amore di Dio nella Croce, non la propria realizzazione



La Quaresima è la “stagione spirituale propizia per allenarsi” a cercare Dio “con maggior tenacia”: tralasciando gli effimeri progetti di successo personale e riscoprendo, invece, la forza dell’amore di Dio e della carità verso i deboli. Sono alcuni dei pensieri con i quali Benedetto XVI ha svolto l’udienza generale di oggi, interamente centrata sul periodo penitenziale che si apre con il Mercoledì delle Ceneri. Come accaduto talvolta nelle scorse settimane, prima di tenere la catechesi in Aula Paolo VI, il Papa è sceso nella Basilica di San Pietro, dove ha pregato e incontrato brevemente numerosi gruppi di scolaresche e di associazioni di giovani, invitati ad accogliere Gesù “con generosità”. La cronaca, nel servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3
 
Convertirsi a Dio perché l’uomo non è l’architetto assoluto del proprio destino e in quanto figlio di Dio può aspirare a molto di più della propria autorealizzazione. Riscoprire che dietro l’ombra della Croce c’è il “segreto della felicità”, che deve essere testimoniata in ogni ambiente della vita sociale. Come ogni Mercoledì delle Ceneri, l’udienza generale ha permesso al Papa di percorrere con i suoi insegnamenti i “sentieri spirituali” della Quaresima. E i primi ai quali ha voluto rammentare con particolare accortezza il senso di questo periodo liturgico sono stati i circa 8 mila giovani, che affollavano le navate di San Pietro:

 
“Cari giovani, sentite questo invito come se Cristo lo rivolgesse personalmente ad ognuno di voi e accoglietelo con generosità. Percorrendo fedelmente l’austero itinerario quaresimale, potrete prendere coscienza dei rischi a cui è esposta la vostra vita spirituale e sarete incoraggiati a realizzare con gioia la vostra vocazione cristiana”.
 
(applausi)

 
Dalla folla in San Pietro a quella dell’Aula Paolo VI: qui, insistendo più volte a braccio sui concetti-chiave della sua catechesi, Benedetto XVI ha detto che questo “itinerario di conversione evangelica non può limitarsi ad un periodo particolare dell’anno”, ma deve abbracciare “l’intero arco dell’esistenza, ogni giorno della nostra vita”. E in quest’ottica, dunque, ha osservato il Pontefice, “la Quaresima è la stagione spirituale propizia per allenarsi con maggior tenacia a cercare Dio, aprendo il cuore a Cristo”:

 
"Convertirsi non è uno sforzo per autorealizzare se stessi, perché l’essere umano non è l’architetto del proprio destino eterno. Non siamo noi che abbiamo fatto noi stessi. Perciò l’autorealizzazione è una contraddizione ed è anche troppo poco per noi. Abbiamo una destinazione più alta (...) Conversione consiste nell’accettare liberamente e con amore di dipendere in tutto da Dio, il vero nostro Creatore, di dipendere dall’amore. Questa non è dipendenza ma libertà. Convertirsi significa allora non inseguire il proprio successo personale - che è una cosa che passa - ma, abbandonando ogni umana sicurezza, porsi con semplicità e fiducia alla sequela del Signore perché per ciascuno Gesù diventi, come amava ripetere la beata Teresa di Calcutta, il mio tutto in tutto".
 
Già nel Messaggio per la Quaresima, Benedetto XVI aveva parlato diffusamente dell’amore presente nella “follia” della Croce. All’udienza generale ha dato voce a ciò che aveva scritto:

 
“Sì, cari fratelli e sorelle, la Croce è la definitiva rivelazione dell’amore e della misericordia divina anche per noi, uomini e donne di questa nostra epoca, troppo spesso distratti da preoccupazioni e interessi terreni e momentanei. Dio è amore, e il suo amore è il segreto della nostra felicità. Per entrare però in questo mistero di amore non c’è altra via se non quella della Croce”.

 
(canto e applausi)

 
La sintesi delle catechesi, in sette lingue, è stata intervallata da applausi e brevi intermezzi musicali preparati dai fedeli. Ampio il saluto che Benedetto XVI ha riservato ai vescovi dell’Umbria, da qualche giorno in Vaticano per la visita “ad Limina”. La missione della Chiesa, ha detto loro, ha il compito di illuminare “con la verità di Cristo” ogni “ambito della società”:

 
"Annunciando il messaggio evangelico, ogni comunità cristiana si pone a servizio dell’uomo e del bene comune. Consapevoli di questo mandato missionario, spronate sempre più i fedeli affidati alle vostre cure pastorali a proseguire nello sforzo di permeare gli spazi della cultura odierna con la linfa vitale della divina grazia. Si tratta certo di un compito non facile, ma indispensabile. La materna protezione della Vergine Santa vi incoraggi e renda fecondo l’impegno apostolico dell’intero Popolo di Dio che è in Umbria".
 
Il Papa ha poi benedetto, tra gli altri, le religiose Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, riunite in Capitolo generale, e i sacerdoti della diocesi di Milano che celebrano il 25.mo della loro ordinazione.
 







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