La Chiesa ha il diritto-dovere di difendere la famiglia: così, il vescovo Paglia.
Per il giurista Dalla Torre, sbagliata la contrapposizione tra laici e cattolici
(15 febbraio 2007 - RV) “Meno DICO più famiglia”: è questo il titolo che campeggia
sulla copertina dell’ultimo numero di Famiglia Cristiana. Con la sua scelta,
si legge in un editoriale del settimanale dei Paolini, “il governo indica una strada
pericolosa e ambigua”. Con i DICO, prosegue, “non si lancia un segnale positivo ai
giovani, ai quali si indica così come possibile e praticabile un modello, meno impegnativo
e stabile, alternativo alla famiglia, senza la quale tuttavia nessun Paese può costruire
il proprio futuro”. Intanto, il dibattito sui DICO e la famiglia è sempre acceso nella
società italiana, mentre continuano le accuse di ingerenza alla Chiesa italiana da
parte di alcuni settori politici. Critiche inopportune, sottolinea il vescovo di Terni-Narni-Amelia,
mons. Vincenzo Paglia, intervistato da Luca Collodi:
Uno degli
errori che si stanno compiendo nel confronto sui DICO è di considerare la famiglia
esclusivamente una “questione cattolica”. Ne è convinto il giurista Giuseppe Dalla
Torre, rettore dell’Università LUMSA di Roma, al microfono di Alessandro Gisotti: