Canada L’Organismo cattolico per la Vita e la Famiglia contro diagnosi prenatale
OTTAWA, 13 feb ’07 - In Canada, l’Organismo cattolico per la Vita e la Famiglia
(Ocvf) ha duramente criticato una raccomandazione dell’Associazione nazionale degli
ostetrici e dei ginecologi (Sogc) secondo la quale il servizio sanitario canadese
dovrebbe fornire a tutte le donne in gravidanza test di screening non invasivi per
la diagnosi di anomalie cromosomiche del feto. In una nota, l’Ocvf parla di un “passo
preoccupante verso l’eugenetica” ed esorta medici e i genitori a difendere i diritti
fondamentali delle persone disabili “compreso quello primario a nascere”. La diagnostica
prenatale – osserva la nota - ha un senso se serve a salvaguardare la vita e il benessere
del bambino e della madre. Nel caso di molte malattie congenite invece non esistono
cure. Lo scopo di queste indagini, dunque, è solo quello di dare ai genitori la possibilità
di abortire bambini, per così dire, “difettosi”: “I genitori sono così chiamati a
decidere della vita o della morte basandosi sulle proprie preferenze, timori e valutazioni
sulla qualità della propria vita e di quella dei loro bambini”. E tuttavia – obietta
l’Ocvf - la vita umana vale più di una serie di calcoli razionali: “Tanti canadesi
portatori di handicap danno un contributo positivo alle nostre esistenze, ricordandoci
che la felicità, l’amicizia e l’amore non dipendono da una salute perfetta o da un
quoziente di intelligenza normale”. Citando le parole di Benedetto XVI all’Angelus
del 4 febbraio, l’Ocvf ribadisce che: “La vita, che è opera di Dio, non va negata
ad alcuno, neppure al più piccolo e indifeso nascituro, tanto meno quando presenta
gravi disabilità”. “Considerato che le risorse sanitarie sono limitate – conclude
la nota – si dovrebbe privilegiare la ricerca finalizzata a trovare cure e terapie
per le persone affette da malattie genetiche, invece di offrire test che equivalgono
spesso a una sentenza di morte”. (Nota Ocvf – ZENGARINI)