Nicaragua: Daniel ortega propone la presidenza del Consiglio di riconciliazione al
cardinale Obando
MANAGUA, 9feb07 - Il cardinale Miguel Obando , arcivescovo emerito di Managua, ha
detto, martedì scorso, che accetterà la proposta del presidente Daniel Ortega di
assumere la presidenza del Consiglio di Riconciliazione e Pace, solo se il Papa lo
accetterà. L’obiettivo fondamentale di questo organismo, ha spiegato il porporato
in conferenza stampa “è di continuare a sviluppare quel lavoro vitale di riunire,
per la convivenza, l’armonia, il rispetto e la comprensione, tutti gli abitanti del
Nicaragua”. Il porporato ha tuttavia avvertito che la decisione definitiva è nelle
mani della sua autorità gerarchica, il Papa. “Io ho usato il metodo di vedere, giudicare
e agire - ha detto il cardinale Obando - . Accetterei se la Santa Sede mi desse
carta bianca”. Interpellato dai giornalisti, l'arcivescovo ha spiegato che accettare
la sua nomina non dipende neanche dai Vescovi. “Non me lo può impedire la Conferenza
Episcopale, è il Papa che prende la decisione”, ha sottolineato il cardinale secondo
il quale l’incarico che gli offre Ortega non è precisamente governativo, ma di ambito
più sociale. Per cui in questo caso non si applica la disposizione espressa dal Diritto
Canonico che proibisce ai sacerdoti e ai Vescovi di occupare cariche pubbliche. In
questo senso, il cardinale Obando ha rifiutato ai giornalisti i paragoni con i sacerdoti
che hanno collaborato con il regime sandinista degli anni Ottanta, e che in alcuni
casi sono stati sospesi “a divinis”. ”Non si tratta di essere membro del governo
sandinista - ha detto in proposito l'arcivescovo -; sono stato membro della Commissione
di Riconciliazione e non sono mai stato membro del Governo, neanche oggi. Ho presieduto
soltanto la Commissione di Verifica e Riconciliazione durante il governo di Violeta
Barrios de Chamorro". L’attuale Arcivescovo di Managua, monsignor Leopoldo Brenes,
ha da parte sua chiesto prudenza ai giornalisti e di aspettare che il cardinale Obando
dica l’ultima parola, spiegando che “è un buon cittadino e non pregiudicherà il lavoro
della Conferenza Episcopale”.