2007-02-08 15:32:10

La debolezza della preghiera per vincere la potenza del demonio: la testimonianza di un esorcista


(8 febbraio 2007 - RV) - “Non si trovi in mezzo a te chi (...) esercita la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia. Né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore”. Sono le parole del Deuteronomio (18, 10-12) che accompagnano il servizio pastorale dei sacerdoti esorcisti nelle Diocesi di tutto il mondo contro il potere del demonio. Come ricordato nei giorni scorsi ai nostri microfoni dal cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, gli esorcisti svolgono la loro missione nel combattere le “potenze del male” senza ricorrere a gesti plateali o spettacolari, ma ricorrendo semplicemente alla fede e alla preghiera. E accertandosi, ovviamente, della inesistenza di eventuali patologie medico-psichiatriche. Al microfono di Luca Collodi, la testimonianza del padre domenicano canadese padre François Dermine, esorcista, docente di Teologia Morale e membro della giunta esecutiva del GRIS, il Gruppo di Ricerca e Informazione Socioreligiosa:


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R. – Quando si pensa all’esorcista, si pensa a casi di esorcismo. Ma in realtà l’esorcista ha pochissimi casi relativi a posseduti e questo perché l’insieme delle persone che si rivolgono all’esorcista sono persone che in realtà soffrono di varie forme di persecuzioni che non sono, però, possessioni. Nei casi di possessione veri e propri, abitualmente il demonio si sostituisce alla persona che possiede: non ha ovviamente poteri sulla sua anima, ma ha poteri sul suo corpo. Ed anzi utilizza le sue membra, la sua voce per esprimersi e per parlare. E’ un essere che odia l’umanità e lo dichiara apertamente. Anche se molto spesso si presenta sotto apparenze molto eleganti, in realtà a mala pena riesce a nascondere il suo odio per l’umanità e soprattutto il suo odio per Dio. Si presenta, quindi, come un essere prepotente, come un essere che vuole sostituirsi a Dio stesso. Questo lo vuole lasciare intendere, anche se il demonio - essendo un essere intelligente - sa benissimo di essere una creatura senz’altro più forte di noi esseri umani, ma infinitamente inferiore a Dio.


D. – Padre Dermine, a livello sociale quali sono le persone più a rischio?


R. – Io penso, soprattutto, alle persone che hanno delle curiosità verso l’occulto o che cercano di sfuggire ai limiti della nostra condizione umana, che è legata ad un tempo e ad uno spazio determinati, ricorrendo quindi anche a cartomanti, a maghi per sortire degli effetti o per conseguire delle conoscenze che Dio non ha assolutamente intenzione di concedere all’essere umano. E questo perché - diversamente – Dio, in un certo senso, si troverebbe ad abolire la stessa condizione umana che invece ha voluto che noi vivessimo. Queste persone sono, quindi, tremendamente esposte ad un intervento diabolico, perché l’occulto richiede - quando non si tratta di ciarlataneria – senz’altro un intervento, più o meno celato, del demonio. Dal punto di vista strettamente sociologico io non vedo una categoria particolare di persone, che possa essere traviata dal demonio rispetto ad altre categorie.


D. – Nemmeno i giovani?


R. – Di giovani ce ne sono; ci sono giovani che non sono credenti ed altri che lo sono. Abbiamo tutte le categorie di giovani, chi è acculturato e chi non lo è. Non ci sono delle categorie sociali particolarmente bersagliate dal demonio. Abbiamo avuto più donne che uomini, ma non perché le donne sono più colpite dagli uomini, ma semplicemente perché le donne oppongono meno barriere razionali all’eventualità di un intervento preternaturale e cioè diabolico.


D. – Padre Dermine, lei oppone alla forza del diavolo, la forza della preghiera…


R. – Non c’è altro, non c’è assolutamente altro. La preghiera ovviamente non soltanto mia, ma la preghiera della Chiesa. Io sono un esorcista incaricato. Solo questo del resto mi consente di farlo e mi dà forza per compiere questo ministero, perché diversamente sarebbe una guerra personale e quindi persa con il demonio. Essendo esorcista ufficiale di una diocesi so che la Chiesa prega con me e attraverso di me e questo mi dà tanta forza ed è l’unica forza, ovviamente, in grado di vincere l’avversario. Insisto anche molto sulla fede delle vittime, perché in ultima analisi sono le vittime stesse che con la loro fede riescono a superare l’ostacolo.
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