2007-02-07 19:47:04

Iraq L’ordinazione di tre nuovi diaconi un segno di speranza per mons. Sako



ANKAWA, 8 feb ’07 – “Un segno di speranza tra tanta violenza e disperazione”. Così mons. Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk, commenta l’ordinazione di tre nuovi diaconi avvenuta lo scorso 2 febbraio ad Ankawa, in Kurdistan. La cerimonia, svoltasi nella chiesa di Saint Joseph, è stata celebrata dal vescovo di Amadhyia ed amministratore vescovile di Erbil, mons. Rabban al Qas. Presenti anche mons. Mikha Maqdassi, vescovo di Al Qosh, e lo stesso mons. Sako, che come insegnante alla locale facoltà di teologia ha voluto dare il suo “sostegno” ai seminaristi. Dal mese scorso ad Ankawa sono infatti ripresi ufficialmente i corsi del seminario maggiore caldeo di Saint Peter e del Babel College, unica facoltà teologica cristiana in Iraq, dopo il trasferimento forzato di entrambe le istituzioni da Baghdad.
I nuovi diaconi sono Salar Soulayman Bodagh, della diocesi di Al Qosh, Raymond Hamid Sargis, di Baghdad e Louya' Gilyana Dinkha, da Mosul. Ad essi si aggiungeranno nei prossimi giorni altro quattro diaconi siro-cattolici.  Commentando le nuove ordinazioni mons. Sako è tornato a parlare delle violenze che continuano ad insanguinare il Paese e, in particolare, della difficile situazione della comunità cristiana irachena. Mons. Sako spiega che l’attuale insicurezza in Iraq, ha creato nella Chiesa “un vero e proprio vuoto a livello pastorale”, mentre di contro proliferano i gruppi evangelici, arrivati con l’esercito americano. “Questi - aveva già denunciato il vescovo – conducono un proselitismo aggressivo anche tra cattolici ed ortodossi e nella sola Baghdad hanno già 36 nuove chiese”.
(Asianews – ZENGARINI)








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