Iraq L’ordinazione di tre nuovi diaconi un segno di speranza per mons. Sako
ANKAWA, 8 feb ’07 – “Un segno di speranza tra tanta violenza e disperazione”.
Così mons. Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk, commenta l’ordinazione di tre
nuovi diaconi avvenuta lo scorso 2 febbraio ad Ankawa, in Kurdistan. La cerimonia,
svoltasi nella chiesa di Saint Joseph, è stata celebrata dal vescovo di Amadhyia ed
amministratore vescovile di Erbil, mons. Rabban al Qas. Presenti anche mons. Mikha
Maqdassi, vescovo di Al Qosh, e lo stesso mons. Sako, che come insegnante alla locale
facoltà di teologia ha voluto dare il suo “sostegno” ai seminaristi. Dal mese scorso
ad Ankawa sono infatti ripresi ufficialmente i corsi del seminario maggiore caldeo
di Saint Peter e del Babel College, unica facoltà teologica cristiana in Iraq, dopo
il trasferimento forzato di entrambe le istituzioni da Baghdad. I nuovi diaconi
sono Salar Soulayman Bodagh, della diocesi di Al Qosh, Raymond Hamid Sargis, di Baghdad
e Louya' Gilyana Dinkha, da Mosul. Ad essi si aggiungeranno nei prossimi giorni altro
quattro diaconi siro-cattolici. Commentando le nuove ordinazioni mons. Sako è tornato
a parlare delle violenze che continuano ad insanguinare il Paese e, in particolare,
della difficile situazione della comunità cristiana irachena. Mons. Sako spiega che
l’attuale insicurezza in Iraq, ha creato nella Chiesa “un vero e proprio vuoto a livello
pastorale”, mentre di contro proliferano i gruppi evangelici, arrivati con l’esercito
americano. “Questi - aveva già denunciato il vescovo – conducono un proselitismo aggressivo
anche tra cattolici ed ortodossi e nella sola Baghdad hanno già 36 nuove chiese”.
(Asianews – ZENGARINI)