2007-02-05 13:59:42

Non è morto invano: la feconda eredità di don Andrea Santoro, ad un anno dalla morte. Dalla Turchia, la testimonianza di mons. Parmeggiani


(5 febbraio 2007 - RV) “Siamo venuti per dare un contributo alla pace tra i popoli e tra le religioni, per testimoniare che il dialogo tra le religioni è possibile e doveroso, nel rispetto della fede di ciascuno e nell'amore per il fratello che è presente in ogni persona umana”: queste le parole del cardinale vicario Camillo Ruini, nell’omelia pronunciata oggi a Trebisonda, in Turchia, durante la messa per il primo anniversario della morte di don Andrea Santoro, sacerdote fidei donum della diocesi di Roma, ucciso mentre pregava nella sua chiesa di Santa Maria. “Siamo venuti nello stesso spirito con cui è venuto tra voi don Andrea – ha detto il cardinale Ruini – con l'animo cioè di un amico della Turchia e del popolo turco, con atteggiamento di stima e di rispetto per l'Islam e la religione musulmana”. Con il porporato, sono in Turchia il segretario generale del vicariato, mons. Mauro Parmeggiani, la mamma e le sorelle di don Andrea. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3







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