2007-02-03 13:41:03

Nella nostra società disorientata siate testimoni appossionati del Vangelo: l'esortazione del Papa ai membri degli Istituti Secolari, in occasione del 60.mo della "Provida Mater Ecclesia"


(3 febbraio 2006 - RV) “Il vostro essere nel mondo sia segno del vostro essere in Cristo”: è la viva esortazione di Benedetto XVI ai fedeli, membri degli Istituti Secolari, ricevuti stamani in occasione del Simposio internazionale per il 60.mo anniversario della Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia, promulgata da Pio XII. Il Papa ha voluto sottolineare che gli Istituti Secolari sono “uno degli innumerevoli doni con cui lo Spirito Santo accompagna il cammino della Chiesa”. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dal cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e dalla presidente della Conferenza Mondiale degli Istituti Secolari, Ewa Kusz. Sull’udienza di stamani, il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3 **********
Il luogo del vostro apostolato, è stata l’esortazione del Papa, sia tutto l’umano “non solo dentro la comunità cristiana”. Benedetto XVI ha così invitato i membri degli Istituti Secolari ad annunciare il Vangelo “nella comunità civile dove la relazione si attua nella ricerca del bene comune, nel dialogo con tutti, chiamati a testimoniare quell’antropologia cristiana, che costituisce proposta di senso in una società disorientata e confusa dal clima multiculturale e multireligioso che la connota”. La Provida Mater Ecclesia, ha proseguito il Papa, rappresentò “un punto di partenza di un cammino volto a delineare una nuova forma di consacrazione”: quella, cioè, di fedeli laici e presbiteri diocesani “chiamati a vivere con radicalità evangelica proprio quella secolarità in cui essi sono immersi”. Di qui l’esortazione ad essere “sempre più appassionati portatori, in Cristo Gesù del senso del mondo e della storia”:


“La vostra passione nasce dall'aver scoperto la bellezza di Cristo, del suo modo unico di amare, incontrare, guarire la vita, allietarla, confortarla. Ed è questa bellezza che le vostre vite vogliono cantare, perché il vostro essere nel mondo sia segno del vostro essere in Cristo”.


L’opera della salvezza, ha spiegato, “si è compiuta non in contrapposizione, ma dentro e attraverso la storia degli uomini”. Lo stesso atto redentivo, ha detto ancora, “è avvenuto nel contesto del tempo e della storia, e si è connotato come obbedienza al disegno di Dio, iscritto nell’opera uscita dalle sue mani”. Viene così delineato con chiarezza il cammino della santificazione: “l’adesione oblativa al disegno salvifico manifestato nella Parola rivelata, la solidarietà con la storia, la ricerca della volontà del Signore, iscritta nelle vicende umane governate dalla sua provvidenza”. Ancora, il Pontefice ha ricordato che fa parte della missione secolare “l’impegno per la costruzione di una società che riconosca, nei vari ambiti, la dignità della persona e i valori irrinunciabili per la sua piena realizzazione”:


“Ogni realtà propria e specifica vissuta dal cristiano, il proprio lavoro e i propri concreti interessi, pur conservando la loro relativa consistenza, trovano il loro fine ultimo nell'essere abbracciati dalla stesso scopo per cui il Figlio di Dio è entrato nel mondo. Sentitevi, pertanto, chiamati in causa da ogni dolore, da ogni ingiustizia, così come da ogni ricerca di verità, di bellezza e di bontà, non perché abbiate la soluzione di tutti i problemi, ma perché ogni circostanza in cui l'uomo vive e muore costituisce per voi l’occasione di testimoniare l'opera salvifica di Dio”.


Ha, così, ribadito che conformare la propria vita a Cristo, richiede “impegni e gesti concreti”. I membri degli Istituti Secolari, è stata la sua riflessione, “vivono in condizioni ordinarie del mondo” e sono, perciò, chiamati a discernere i segni del tempo, alla luce del Vangelo:


“Proprio di qui deriva la persistente attualità del vostro carisma, perché questo discernimento deve avvenire non dal di fuori della realtà, ma dall'interno, attraverso un pieno coinvolgimento. Ciò avviene per mezzo delle relazioni feriali che potete tessere nei rapporti familiari e sociali, nell'attività professionale, nel tessuto delle comunità civile ed ecclesiale”.


L’incontro con Cristo, ha aggiunto, “urge l’incontro con chiunque, perché se Dio si realizza solo nella comunione, anche l’uomo solo nella comunione troverà la sua pienezza”. “La Chiesa – ha concluso il Papa – ha bisogno anche di voi per dare completezza alla sua missione”.
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