Nella nostra società disorientata siate testimoni appossionati del Vangelo: l'esortazione
del Papa ai membri degli Istituti Secolari, in occasione del 60.mo della "Provida
Mater Ecclesia"
(3 febbraio 2006 - RV) “Il vostro essere nel mondo sia segno del vostro essere in
Cristo”: è la viva esortazione di Benedetto XVI ai fedeli, membri degli Istituti Secolari,
ricevuti stamani in occasione del Simposio internazionale per il 60.mo anniversario
della Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia, promulgata da Pio XII.
Il Papa ha voluto sottolineare che gli Istituti Secolari sono “uno degli innumerevoli
doni con cui lo Spirito Santo accompagna il cammino della Chiesa”. L’indirizzo d’omaggio
al Papa è stato rivolto dal cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per
gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e dalla presidente
della Conferenza Mondiale degli Istituti Secolari, Ewa Kusz. Sull’udienza di stamani,
il servizio di Alessandro Gisotti: ********** Il luogo
del vostro apostolato, è stata l’esortazione del Papa, sia tutto l’umano “non solo
dentro la comunità cristiana”. Benedetto XVI ha così invitato i membri degli Istituti
Secolari ad annunciare il Vangelo “nella comunità civile dove la relazione si attua
nella ricerca del bene comune, nel dialogo con tutti, chiamati a testimoniare quell’antropologia
cristiana, che costituisce proposta di senso in una società disorientata e confusa
dal clima multiculturale e multireligioso che la connota”. La Provida Mater Ecclesia,
ha proseguito il Papa, rappresentò “un punto di partenza di un cammino volto a delineare
una nuova forma di consacrazione”: quella, cioè, di fedeli laici e presbiteri diocesani
“chiamati a vivere con radicalità evangelica proprio quella secolarità in cui essi
sono immersi”. Di qui l’esortazione ad essere “sempre più appassionati portatori,
in Cristo Gesù del senso del mondo e della storia”:
“La vostra passione
nasce dall'aver scoperto la bellezza di Cristo, del suo modo unico di amare, incontrare,
guarire la vita, allietarla, confortarla. Ed è questa bellezza che le vostre vite
vogliono cantare, perché il vostro essere nel mondo sia segno del vostro essere in
Cristo”.
L’opera della salvezza, ha spiegato, “si è compiuta non in contrapposizione,
ma dentro e attraverso la storia degli uomini”. Lo stesso atto redentivo, ha detto
ancora, “è avvenuto nel contesto del tempo e della storia, e si è connotato come obbedienza
al disegno di Dio, iscritto nell’opera uscita dalle sue mani”. Viene così delineato
con chiarezza il cammino della santificazione: “l’adesione oblativa al disegno salvifico
manifestato nella Parola rivelata, la solidarietà con la storia, la ricerca della
volontà del Signore, iscritta nelle vicende umane governate dalla sua provvidenza”.
Ancora, il Pontefice ha ricordato che fa parte della missione secolare “l’impegno
per la costruzione di una società che riconosca, nei vari ambiti, la dignità della
persona e i valori irrinunciabili per la sua piena realizzazione”:
“Ogni
realtà propria e specifica vissuta dal cristiano, il proprio lavoro e i propri concreti
interessi, pur conservando la loro relativa consistenza, trovano il loro fine ultimo
nell'essere abbracciati dalla stesso scopo per cui il Figlio di Dio è entrato nel
mondo. Sentitevi, pertanto, chiamati in causa da ogni dolore, da ogni ingiustizia,
così come da ogni ricerca di verità, di bellezza e di bontà, non perché abbiate la
soluzione di tutti i problemi, ma perché ogni circostanza in cui l'uomo vive e muore
costituisce per voi l’occasione di testimoniare l'opera salvifica di Dio”.
Ha,
così, ribadito che conformare la propria vita a Cristo, richiede “impegni e gesti
concreti”. I membri degli Istituti Secolari, è stata la sua riflessione, “vivono in
condizioni ordinarie del mondo” e sono, perciò, chiamati a discernere i segni del
tempo, alla luce del Vangelo:
“Proprio di qui deriva la persistente attualità
del vostro carisma, perché questo discernimento deve avvenire non dal di fuori della
realtà, ma dall'interno, attraverso un pieno coinvolgimento. Ciò avviene per mezzo
delle relazioni feriali che potete tessere nei rapporti familiari e sociali, nell'attività
professionale, nel tessuto delle comunità civile ed ecclesiale”.
L’incontro
con Cristo, ha aggiunto, “urge l’incontro con chiunque, perché se Dio si realizza
solo nella comunione, anche l’uomo solo nella comunione troverà la sua pienezza”.
“La Chiesa – ha concluso il Papa – ha bisogno anche di voi per dare completezza alla
sua missione”. **********