Il commento di padre Rupnik al Vangelo della Domenica
In questa quinta Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci propone il Vangelo in
cui Gesù invita Pietro e gli altri discepoli a prendere il largo nel Lago di Genesaret
per calare nuovamente le reti per la pesca, dopo una notte passata senza aver preso
nulla. L’apostolo getta le reti sulla parola di Gesù e, presa una quantità enorme
di pesci, confessa al Signore il suo peccato d’incredulità. Il Maestro allora gli
dice:
«Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».
Su
questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo gesuita, padre Marko Ivan
Rupnik: ********** (musica)
Cristo
parlando, suscitava un grande fascino. La Parola di Dio incarnata diventa un’attrazione
irresistibile. La Parola chiama e beato colui che aderisce con entusiasmo alla parola
rivoltagli. Infatti questo Vangelo esplicita una dinamica vocazionale: l’entusiasmo
per il Signore e la sua parola, portano all’azione. Cristo fa vedere che fidandosi
della sua parola accade davvero secondo questa parola: “Gettate le reti” e queste
si sono immediatamente riempite di pesci. L’efficacia della Parola rende umile il
cuore di chi segue la Parola. “Allontanati da me che sono un peccatore”. Una volta
però constatato il primato della Parola e la sua forza teurgica, il cuore dell’uomo
è pronto ad accogliere la chiamata esplicita: “Sarai pescatore di uomini”.